Michele Vino
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Michele Vino: ecco le foto del "mio" Vietnam

Interviste ai Cerignolani DOC


Poche volte ho provato la sensazione di "entrare" e immedesimarmi nelle foto che guardo: mi è successo di recente, osservando le splendide fotografie di una mostra realizzata da Michele Vino, un giovane artista di Cerignola (Fg) che ha raccontato attraverso le immagini un paese intenso e complicato come il Vietnam. E' di lui che vogliamo parlare in questo articolo, cercando di spiegare quanta sensibilità e bellezza ci sia dietro ogni scatto.

R: Ciao, Michele. Quando hai scoperto questa grande passione per la fotografia?

M: Avevo quindici anni quando la fotocamera di un amico mi incuriosì: era un apparecchio decisamente modesto, ma mi intrigò pensare a come farlo funzionare al meglio. Da piccolo mia mamma scattava tantissime foto. Pur mantenendosi su un livello sempre amatoriale ne stampava a decine ogni mese. C'è stata sempre una certa intimità fra me e le immagini fotografiche, un'intimità che ricerco ancora.

R: Potresti spiegarci cos'è per te la fotografia?

M: La fotografia mi spinge a fare quello che mi piace, a intessere relazioni, ad entrare in situazioni che diversamente potrei solo immaginare… Mi piace stare dentro le storie di gente diversa da me, e questo mi aiuta ad avere una conoscenza di me stesso che diversamente non avrei, favorendo una percezione di me sicuramente più originale e consona alla mia vera natura.

R: Le tue foto rappresentano spaccati di vita e momenti di quotidianità, ma anche situazioni di denuncia sociale: è su questa strada che vuoi proseguire?

M: Mi piacerebbe continuare in questo senso, fare del "reportage sociale", raccontare delle storie che sono poco conosciute ma non per questo meno importanti . Ovviamente è chiaro che in questi ambiti la strada non è mai segnata in precedenza e quindi è sempre piuttosto tortuosa.

R: Hai progetti futuri in mente?

M: Ho qualche progetto in mente; anche se a volte è difficile dedicarsi contemporaneamente a progetti che richiedono molto tempo per la loro realizzazione e agli studi di fotografia che sto portando avanti in accademia di Firenze.

R: C'è un tema, un argomento che ti sta particolarmente a cuore e di cui vorresti parlare tramite immagini?

M: Uno dei temi che trovo fortemente attuale è l'immigrazione, e spero nei prossimi mesi di riuscire a trattarlo come vorrei attraverso veri e propri racconti fotografici.

R: Sei stato in Vietnam, un paese decisamente difficile ma affascinante. Ci racconti un po' la tua esperienza?

M: Nonostante abbia provato a farlo tante volte, parlare del Vietnam mi risulta sempre difficile, è un'esperienza forte di cui faccio difficoltà a scrivere con distacco. Potrei paragonarla ad un innamoramento o un lutto, e per quanto io provi a scriverne e a tornarci su c'è sempre qualcosa d'inafferrabile che mi sfugge.

Quando decisi di partire sentivo un forte bisogno di allontanarmi, di dare un taglio con quello che stavo vivendo, e allora non pensai troppo a quali sarebbero state le difficoltà che avrei potuto incontrare, da solo, a più di 15000 km da casa, senza aver mai avuto esperienze di viaggio simili.

La fotografia è stata solo un pretesto, una passione molto forte che mi ha fatto compagnia in quei giorni e mi ha dato una motivazione in più a rimanervi; era la mia passione da qualche anno, e sentivo che avrei voluto raccontare qualcosa di questa esperienza, non solo il racconto del Vietnam oggi , ma di come io lo avevo vissuto in quei giorni.

Ad esempio quasi tutte le foto sono scattate in villaggi rurali, perchè in quelli ritrovavo risolti i motivi della mia partenza, nelle relazioni con la gente del villaggio, nell'ospitalità disarmante che i vietnamiti avevano nei miei confronti, nei bambini che si spostavano liberamente nei villaggi e all'interno delle case degli abitanti. C'era il calore di cui avevo bisogno,quello che mi mancava quando ero partito.

Uno scenario abbastanza diverso dalla freddezza delle grandi città in cui ho vissuto in passato. Ho fatto una scelta di racconto fotografico, ma mi piacerebbe tornare in Vietnam un giorno e raccontare ancora altro di questo Paese a dir poco speciale, attraverso la fotografia .

R: Com'è stato il tuo arrivo in Vietnam? Cosa hai pensato?

M: Devo ammettere che all'arrivo in una terra così diversa dalla mia la solitudine mi spaventava.

Mentre io mi muovevo abbastanza goffamente, senza sapere dove andare , dove fermarmi a mangiare e senza sapere come potevo attraversare quel traffico terribile, i vietnamiti ci hanno messo poco a farmi capire che potevo rilassarmi e passare del tempo con loro anche senza che riuscissimo a parlarci. Così un po' alla volta ho cercato i modi per spostarmi dalla città alle campagne e mi sono lasciato sempre di più andare.

Gli sguardi immortalati da Michele entrano nell'animo e raccontano storie diverse: in fondo ogni fotografia arriva al cuore di chi sa cogliere quello che c'è aldilà della pura immagine.

Intervista realizzata da Cristiana Lenoci (www.iocelhofatta.com)




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