Religioni
È tempo di prendersi cura dei più fragili e dei più esposti al Covid-19
Mons. Renna: "È tempo di prendersi cura… Messaggio alla Comunità diocesana al termine del pellegrinaggio spirituale"
Cerignola - domenica 15 novembre 2020
9.42 Comunicato Stampa
Pubblichiamo integralmente il messaggio del Vescovo della Diocesi di Cerignola - Ascoli Satriano, mons. Luigi Renna, al termine del pellegrinaggio spirituale all'icona della Madonna di Ripalta.
"Carissimi,
al termine del "pellegrinaggio spirituale" all'Icona della Madonna di Ripalta, raccogliamo il messaggio che ci viene dalla meditazione dei misteri della gioia e dell'infanzia di Gesù Cristo.
Davanti agli occhi della nostra mente sono passate le immagini in cui abbiamo contemplato Maria e Giuseppe prendersi cura del Figlio di Dio che, nella sua umanità, si è manifestato piccolo e fragile: Maria accoglie il dono della maternità, una vita nascente che "sente" nel suo grembo di donna, che nutre e custodisce per nove mesi; si reca premurosa dall'anziana cugina Elisabetta, fragile ma portatrice di vita; accoglie con Giuseppe il neonato Gesù e lo avvolge in fasce, e con il suo sposo lo difende, fuggendo in Egitto, con le fughe proprie dei migranti del nostro tempo; lo presenta al Tempio e sente già, in quel quarantesimo giorno dalla nascita, che ogni dolore che sarà inferto a suo Figlio le trapasserà il cuore; e, infine, con Giuseppe, lo cerca per le strade di Gerusalemme, come ogni madre che scruta incerta il futuro dei figli ed è in apprensione per essi.
Sono tutti gesti di cura, quelli di una Madre che diventa il paradigma e l'esempio del nostro prenderci cura, di quei gesti che ci rendono più umani perché, come afferma un filosofo contemporaneo, "la cura è la struttura stessa dell'esistenza" (Heidegger).
È tempo di prendersi cura. Dei più fragili e dei più esposti al Covid-19, i malati e gli anziani, i nostri nonni e genitori. Come farlo, se non evitando contatti diretti, spostandosi il meno possibile, rinunciando a riunioni conviviali che, in questo momento, potrebbero rivelarsi l'opposto della familiarità perché portatrici di contagio. Usare sempre e dovunque le mascherine. Prendiamoci cura delle nostre Città, della gente più fragile di ciascuna di esse: Cerignola, Ascoli Satriano, Candela, Carapelle, Ordona, Orta Nova, Rocchetta Sant'Antonio, Stornara, Stornarella.
Esprimiamo il nostro grazie a chi, per vocazione e professione, è chiamato a prendersi cura: medici e operatori sanitari del nostro Ospedale e delle nostre comunità; presidi e docenti che curano le relazioni educative a distanza; parroci e catechisti che s'ingegnano in ogni modo per non trascurare la vita spirituale.
Prendiamoci cura della salute con urgenza e tempestività, per poterci prendere cura anche dell'economia già precaria del nostro territorio. Se non avremo questa premura, rischieremo di prolungare questo tempo in cui tante attività sono state costrette ad abbassare la saracinesca.
Oggi è la "Giornata del Povero" e il Papa ci ha lanciato un bel messaggio: "Tendi la mano al povero!" (cfr. Sir 7,32). Sentiamolo come un invito rivolto in prima persona a noi: cosa faccio per i poveri? In termini di condivisione, ma anche in termini di tempo: quanto tempo dono loro? Nelle Caritas parrocchiali e nei luoghi diocesani c'è bisogno di mani tese, di cuori in ascolto!
Davanti a noi c'è un autunno che va verso l'inverno, che potrà essere lungo e pesante a causa della pandemia. Prendiamoci cura gli uni degli altri e la primavera arriverà in fretta, "anticipata" dalla nostra fede, dalla nostra speranza, dal nostro amore. Siate "cura" gli uni per gli altri!
Maria Santissima, donna, sposa e madre, preghi per noi."
"Carissimi,
al termine del "pellegrinaggio spirituale" all'Icona della Madonna di Ripalta, raccogliamo il messaggio che ci viene dalla meditazione dei misteri della gioia e dell'infanzia di Gesù Cristo.
Davanti agli occhi della nostra mente sono passate le immagini in cui abbiamo contemplato Maria e Giuseppe prendersi cura del Figlio di Dio che, nella sua umanità, si è manifestato piccolo e fragile: Maria accoglie il dono della maternità, una vita nascente che "sente" nel suo grembo di donna, che nutre e custodisce per nove mesi; si reca premurosa dall'anziana cugina Elisabetta, fragile ma portatrice di vita; accoglie con Giuseppe il neonato Gesù e lo avvolge in fasce, e con il suo sposo lo difende, fuggendo in Egitto, con le fughe proprie dei migranti del nostro tempo; lo presenta al Tempio e sente già, in quel quarantesimo giorno dalla nascita, che ogni dolore che sarà inferto a suo Figlio le trapasserà il cuore; e, infine, con Giuseppe, lo cerca per le strade di Gerusalemme, come ogni madre che scruta incerta il futuro dei figli ed è in apprensione per essi.
Sono tutti gesti di cura, quelli di una Madre che diventa il paradigma e l'esempio del nostro prenderci cura, di quei gesti che ci rendono più umani perché, come afferma un filosofo contemporaneo, "la cura è la struttura stessa dell'esistenza" (Heidegger).
È tempo di prendersi cura. Dei più fragili e dei più esposti al Covid-19, i malati e gli anziani, i nostri nonni e genitori. Come farlo, se non evitando contatti diretti, spostandosi il meno possibile, rinunciando a riunioni conviviali che, in questo momento, potrebbero rivelarsi l'opposto della familiarità perché portatrici di contagio. Usare sempre e dovunque le mascherine. Prendiamoci cura delle nostre Città, della gente più fragile di ciascuna di esse: Cerignola, Ascoli Satriano, Candela, Carapelle, Ordona, Orta Nova, Rocchetta Sant'Antonio, Stornara, Stornarella.
Esprimiamo il nostro grazie a chi, per vocazione e professione, è chiamato a prendersi cura: medici e operatori sanitari del nostro Ospedale e delle nostre comunità; presidi e docenti che curano le relazioni educative a distanza; parroci e catechisti che s'ingegnano in ogni modo per non trascurare la vita spirituale.
Prendiamoci cura della salute con urgenza e tempestività, per poterci prendere cura anche dell'economia già precaria del nostro territorio. Se non avremo questa premura, rischieremo di prolungare questo tempo in cui tante attività sono state costrette ad abbassare la saracinesca.
Oggi è la "Giornata del Povero" e il Papa ci ha lanciato un bel messaggio: "Tendi la mano al povero!" (cfr. Sir 7,32). Sentiamolo come un invito rivolto in prima persona a noi: cosa faccio per i poveri? In termini di condivisione, ma anche in termini di tempo: quanto tempo dono loro? Nelle Caritas parrocchiali e nei luoghi diocesani c'è bisogno di mani tese, di cuori in ascolto!
Davanti a noi c'è un autunno che va verso l'inverno, che potrà essere lungo e pesante a causa della pandemia. Prendiamoci cura gli uni degli altri e la primavera arriverà in fretta, "anticipata" dalla nostra fede, dalla nostra speranza, dal nostro amore. Siate "cura" gli uni per gli altri!
Maria Santissima, donna, sposa e madre, preghi per noi."