giuseppe grieco
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Calcio

Giuseppe Grieco, Soccer Stornara Calcio: “Ho cambiato tante squadre, ma il Cerignola resta nel cuore”

Dopo un infortunio ha rallentato, ma ora gioca con la squadra guidata da Michele Schiavone

Sicuramente per un giocatore è una bella sensazione poter contribuire alla rinascita di una squadra che sta vivendo un momento "no". La Soccer Stornara, dopo il cambio di allenatore (De Martino ha ceduto il posto a Michele Schiavone, n.d.r.) sta cercando di risalire la china e di riprendere una buona posizione in campionato. Tra i giocatori di questa squadra dei Cinque Reali Siti c'è Giuseppe Grieco, 36enne cerignolano che dall'età di 5 anni non ha mai smesso di dedicarsi al calcio, nonostante alterne vicissitudini ed un infortunio che lo ha costretto a rallentare il ritmo.

Lo abbiamo intervistato per raccontarvi la sua attuale esperienza nella Soccer Stornara, partendo dai suoi esordi.

Ciao Giuseppe. Riusciresti a delineare un excursus della tua carriera calcistica, cominciando dai tuoi primi calci?

"Salve, grazie per la vostra attenzione. Proverò a fissare i punti più importante della mia breve e umile carriera calcistica, durante la quale però ho provato l'emozione e l'onore di indossare la maglia della squadra del cuore, l'Audace Cerignola. Ho iniziato il mio percorso calcistico nella società "San Matteo", guidata dal Mister Pinuccio Giannatempo e il Mister Gino Moviola. Dopo un anno sono approdato alle Giovanili del Trinitapoli (che-senza nulla togliere alle altre società-era una delle migliori). Qui ho trascorso sei anni, facendo parte di tutte le categorie. Da lì poi ho cominciato a militare nelle categorie superiori: eccellenza, serie D e serie C.

Ho avuto la fortuna e l'onore di vincere diversi campionati, come l'anno di Ostuni, Corato e la famosa scalata dell'Audace Cerignola dalla prima categoria all'eccellenza. Subito dopo aver lasciato il settore giovanile a Trinitapoli ho firmato in eccellenza con il Lucera Calcio. Con questa squadra ho vinto la Coppa Puglia, ma poi successivamente siamo stati eliminati in semifinale. Comunque è stata un'esperienza importante che non dimenticherò mai. Poi, l'anno successivo, ho provato l'ebbrezza di indossare la maglia della mia città, l'Audace Cerignola, in eccellenza, ma purtroppo fummo eliminati nei play-off per accedere in serie D.

Di questa esperienza devo ringraziare il Mister Di Corato, che ha contribuito a farmi crescere sia umanamente, che calcisticamente. Io lo reputo un secondo padre per quello che mi ha trasmesso. Terminata l'annata a Cerignola mi sono ritrovato in serie C, a Melfi, con un contratto biennale da professionista. Era un sogno per me, ed anche un importante trampolino di lancio, ma non ho avuto la pazienza di aspettare di migliorare in tutto e di reggere il ritmo di quella categoria e altro ancora. Questa cosa mi ha segnato troppo e non mi piace ricordarlo: ho commesso un errore di cui tutt'ora mi pento, ma bisogna guardare e andare avanti.

Poi ho iniziato a girare un po' di squadre: Bisceglie, Ostuni, Terlizzi, Matera, San Severo, Vieste, Lavello, Venosa. Ho giocato anche nell'Unione Calcio Bisceglie Barletta e nella Fidelis Andria.

Nel 2014 è nata nuovamente la società Audace Cerignola, precedentemente fallita: per tanto tempo la nostra città era rimasta senza calcio.

Nel 2015 è arrivato l'infortunio che mi ha segnato, la rottura completa dei legamenti crociati e dei menischi, e (non lo dico per giustificarmi), da quel giorno non sono stato più lo stesso in campo.

Tutt'ora ho dei problemi, credo che me li porterò dietro per sempre e ho imparato a conviverci, ma vi assicuro che non è affatto semplice".

Come ti sembra la realtà calcistica della Soccer Stornara, e quali prospettive intravedi nel prossimo futuro?

"Sono arrivato a Stornara negli ultimi due mesi della scorsa stagione calcistica. Il Mister De Martino mi aveva chiamato chiedendomi di dare una mano ad una squadra che aveva già quasi vinto il campionato, dopo che avevo già deciso di smettere a causa dei miei problemi fisici. Ma accettando ho capito che mi è tornata la voglia di allenarmi e di scendere in campo. Devo dire che ho trovato un ambiente ottimo e accogliente sin dall'inizio. Quindi sono ancora qui per continuare a dare una mano, almeno sino a quando il mio fisico non dirà che è arrivato il momento di smettere. Pur trattandosi di una società "giovane" (è nata l'anno scorso), ha già una programmazione dalla A alla Z.

Il Presidente, insieme alla Dirigenza, ha degli obiettivi ben precisi da raggiungere possibilmente nel minor tempo possibile, ma si sa che nel calcio si possono incontrare ostacoli ed intoppi sul cammino, ma questo non deve spaventare, anzi. Se non arrivano le sconfitte (che ovviamente nessuno vorrebbe) non si può migliorare nulla. I dirigenti sono sempre presenti sia agli allenamenti che alle partite domenicali. Non ci manca proprio nulla, abbiamo anche un pulmino di 50 posti che sinceramente è difficile trovare in categorie "minori" come questa. Il Presidente Vito Posillipo è un ragazzo della nostra età che, nonostante i suoi tanti impegni di lavoro, è sempre presente e considera la squadra una vera famiglia. Anche se- mi fa piacere ricordarlo- il vero Presidente è Sebastiano Posillipo, padre di Vito, che l'anno scorso ha debuttato in terza categoria all'età di 70 anni. Ne avessero di voglia, i ragazzini oggi, come quella che ha lui di giocare e scendere in campo!"

In che ruolo giochi e che rapporti hai con i compagni di squadra?

"Nasco come centrocampista centrale, ma nell'arco della mia piccola e umile carriera ho ricoperto diversi ruoli, perché quando lasci il settore giovanile e vieni aggregato in squadre che militano in categorie superiori ti ritrovi con altri giocatori che ricoprono il tuo stesso ruolo ma hanno una maggiore esperienza alle spalle. Solitamente l'under viene utilizzato in ruoli diversi, e bisogna adattarsi se si vuole giocare. Il mio rapporto con i compagni di squadra è davvero ottimo, come lo è stato anche negli anni precedenti. Nonostante i miei tanti difetti, lo "spogliatoio" è sacro per me, sono sempre stato allegro e mi piace ridere, scherzare e creare un ambiente sereno con i compagni di gioco".

Cosa rappresenta il calcio per te?

"Il calcio, per me, rappresenta tutto. Quella sfera l'ho sempre considerata un'amica, perché mi ha sempre regalato gioie, emozioni, ma anche delusioni. Ma come ben sappiamo, sia nel calcio che nella vita se non si presentano difficoltà e delusioni tutto sarebbe più facile, ma anche più monotono. Quindi il calcio mi ha sempre regalato tutto quello che mi serviva per essere felice. In circa 30 anni mi ha fatto conoscere persone fantastiche che difficilmente dimenticherò, ed anche amici che purtroppo oggi non ci sono più"

Tornando alla Soccer Stornara in cui stai giocando attualmente, pensi che il cambio della guardia avvenuto poco tempo fa con Mister Schiavone abbia dato una sferzata positiva alla squadra?

Si sa, nel calcio succede spesso che dove non arrivano i risultati paga sempre l'allenatore, ed in questo caso ne approfitto per salutare il Mister De Martino. Ma quando capitano queste situazioni, aldilà delle decisioni della dirigenza, bisogna sempre farsi un esame di coscienza e capire se si sta dando il massimo o no, oppure se lo si sta facendo ma in maniera errata. Il Mister Schiavone, oltre ad essere un mio compaesano, è un allenatore determinato ed esigente che si prefissa degli obiettivi da raggiungere a qualsiasi costo. Ha all'attivo diversi campionati vinti, ed in questo momento ha portato in squadra quella cattiveria, quell'intensità che mancava. Poco alla volta, sicuramente, ci darà la possibilità di migliorare giorno dopo giorno, ma sempre con umiltà".

Giuseppe non ha mai perso la voglia di giocare e divertirsi in campo, nonostante l'infortunio e le vicissitudini. Ora sta vivendo una nuova stagione calcistica con l'entusiasmo che da sempre lo contraddistingue. Lo sport rende migliori le persone e le tempra ad affrontare meglio sacrifici e avversità, e lui ne è la dimostrazione.
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