Franco Metta
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Franco Metta, l’analisi della sconfitta elettorale e il futuro politico

L'ex sindaco: “Abbiamo perso e basta. Lo abbiamo deciso noi. Se volevate una persona che comperasse il consenso della gente non sceglievate me”

Nella serata di ieri, presso il comitato elettorale di Pasquale Morra, Franco Metta ha tenuto un incontro con i partecipanti alla campagna elettorale, con gli attivisti del gruppo, con i candidati al consiglio comunale. In una sala colma di persone che hanno affollato anche le strade adiacenti Franco Metta, in diretta Facebook, ha parlato ai suoi e all'intera città di Cerignola. Nelle prime battute non una analisi del voto ma l'ammissione della sconfitta elettorale. Nel corso del monologo un sottolineato richiamo a Sua Eccellenza il Vescovo.

«Abbiamo perso, ed è oggettivamente vero. Molti non la pensano così. Siamo 10mila nonostante noi fossimo soli, uno contro tutti. Sono venuti Presidente del Consiglio, Ministri, Presidente di Regione, Assessori regionali, avevano tutti dalla loro parte, hanno detto che ero impresentabile ma 10000 persone hanno voluto me come Sindaco…. Ma tutte queste sono chiacchiere morte, abbiamo perso e basta, dovevamo vincere e abbiamo perso. Altre questioni sono onanismi, seghe mentali. Noi, a differenza degli altri, avevamo un progetto, una idea, una programmazione, abbiamo parlato della nostra città futura… gli altri hanno parlato di me, molti hanno contribuito a parlare contro di noi e contro il nostro schieramento, compreso Sua Eccellenza il Vescovo dall'alto del suo equilibrio equidistante».

Momenti intensi in cui Franco Metta ha rimarcato alcuni passaggi fondamentali che hanno caratterizzato la sconfitta elettorale, passaggi caratterizzati dal rifiuto a qualsiasi accordo elettorale con altre forze politiche sconfitte al primo turno.

«Avevamo tutti contro ma lo abbiamo deciso noi perché a comprarsi Antonio Giannatempo non ci sarebbe voluto nulla, ma se volevate una persona che comperasse il consenso della gente non sceglievate me. Giannatempo fino all'ultima sera ha fatto di tutto per incontrarmi ma io non ho voluto perché non gioco la mia coerenza, il mio progetto da voi condiviso andandomi a comprare una persona, promettere un posto da Presidente del Consiglio, promettere assessorati. Se avessi fatto questo avremmo vinto ed oggi staremmo ipocritamente a festeggiare una vittoria che non è la vittoria del popolo ma la vittoria dei capi bastone. Non posso mollare perché andrei a contraddire la mia vita, offendere persone che hanno creduto in una prospettiva diversa nella quale non è previsto che ci si accordasse con gente fino a qualche minuto prima in vendita sul banco del mercato. La parola compromesso non la accetto, non si compra e vende qualcosa sulla pelle dei cerignolani».

Nel silenzio dei presenti Metta ha spiegato, a suo giudizio, le motivazioni dell'accordo tra Tommaso Sgarro, Francesco Bonito ed il PD, tra due aree della sinistra che in più occasioni si sono scontrate nelle idee e verbalmente con accuse pesanti da una parte e dall'altra, che negli anni hanno manifestato una sorta di "insofferenza" tanto da indurre la segreteria del PD a rifiutare la tessera del partito allo stesso Tommaso Sgarro che, come espressamente dichiarato, ha sostenuto in modo determinato Francesco Bonito ed il PD al ballottaggio.

«Loro hanno vinto perché tutta la rivoluzione finisce all'ora di colazione. Sgarro doveva fare la rivoluzione ma l'ha fatta solo a casa sua. È passato dalle false giornate agricole, messe falsamente da Elena Gentile con la sua azienda, a 2200 euro di stipendio mensile da Presidente del Consiglio Comunale. Ma le gente che stava con lui gli ha dato questo mandato? I ragazzi, le persone in perfetta buona fede che hanno fatto parte delle sue liste lo hanno fatto perché Bonito non andava bene, perché Bonito era Bollito, perché erano contro la linea del PD e adesso stanno a braccetto con il PD che ha sistemato il capo Sgarro perché loro ragionano in modo diverso rispetto al mio».

Per quanto attiene al centrodestra, in particolar modo a Fratelli d'Italia Metta ha dichiarato:

«Secondo voi noi possiamo prendere la tessera di Fratelli d'Italia, gridare di essere patrioti, amanti del tricolore e poi cambiare il tricolore con la bandiera rossa solo per odio? Un partito politico nazionale che ha responsabilità, che nei sondaggi risulta essere il più votato dagli italiani, a Cerignola le scelte politiche le fa in base al fatto che Giannatempo, il figlio di Giannatempo o Casarella mi odino? È meglio sceglier un sindaco che ha idee nettamente contrarie al loro partito oppure Metta che per 4 anni ha fatto tanto e bene?
Sinteticamente hanno vinto perché da una parte c'è stato l'odio verso me e noi, dall'altra l'opportunismo vendendosi per una poltrona che metta fine alle false giornate agricole, perché per 5 anni Sgarro si becca lo stipendio. La rivoluzione, Fidel Castro e le guerre contro la TARI come sono finite? Con una poltrona, con uno stipendio e la rivoluzione si rimanda a domani».

Metta ha spiegato ai partecipanti all'incontro che, nonostante la sconfitta elettorale, l'obiettivo posto in essere durante la campagna elettorale comunque è stato raggiunto. Un obiettivo che va oltre le poltrone, la composizione del consiglio e la stessa vittoria elettorale ma che pone al centro un nuovo modo di fare politica, di coinvolgere i cittadini, di creare le condizioni per una maggiore partecipazione dei cittadini alla politica fatta di passioni e ideali e non di poltrone e clientele. In questo passaggio non è mancato di certo un forte richiamo a Michele Emiliano e le promesse fatte in campagna elettorale, giusto per informare che avrà i riflettori puntati negli anni di sindacatura Bonito.

«Ma noi non abbiamo perso per questo, abbiamo perso non per il tradimento della destra o l'opportunismo di Sgarro, abbiamo perso perché il nostro progetto è quello di incidere sulla cultura, sulla mentalità, sul modo di ragionare, su modo di essere cittadini dei nostri concittadini, questo era l'obiettivo altrimenti l'accordo con Sgarro, con Giannatempo o con De Cosmo lo andavo a fare io!
Nel nostro obiettivo ci siamo riusciti perché non abbiamo comprato, illuso, stupidito con promesse, con presenze statali e regionali 10.040 elettori. Emiliano le promesse che ha fatto, adesso dovrà mantenerle e dovrà portare i soldi in un ospedale "deperito" facendolo rifiorire, domani dovrà bonificare il Lagrimaro e dare seguito a tutte le promesse fatte in campagna elettorale».

Le battute finali del discorso di Metta ai presenti e ai cittadini in diretta Facebook hanno focalizzato l'attenzione sul futuro, su ciò che accadrà domani, sul prosieguo della campagna elettorale che ha portato 10040 preferenze di voto. Di qui l'annuncio di un nuovo soggetto politico, di una nuova sede e della futura, forte, propositiva, costruttiva e pungente presenza tra i banchi dell'opposizione in Consiglio Comunale da parte degli eletti.

«La futura battaglia non è venire in comune e trovare Franco Metta ma riscattare un popolo dalla partitocrazia, dalle bufale di questi capi bastone che raccontano cacchiate. Io non mi muovo dai miei principi, non vado a casa della gente a piangere per avere un voto, come ha fatto Giannatempo, noi non potevamo e dovevamo fare questo e non lo faremo mai, non lo accetterò mai.
La bella notizia è che come me la pensano tutti, ho interpellato separatamente tanti di voi, tutti mi hanno detto la stessa cosa, nessuno mi ha detto "siamo stati fessi, potevamo vincere, bastava che tu andassi a toglierti il cappello davanti a Giannatempo, Casarella o la "Congrega Marino"". Nessuno me lo ha detto e vuol dire che nessuno lo aveva neanche pensato.
Abbiamo adesso la responsabilità di essere l'unica opposizione in Consiglio Comunale perché oltre a noi non c'è nessuno, e se qualcuno finge di fare opposizione ricordatevi che sotto al bavero della giacca c'è il cartellino del prezzo. Come utilizzare questo ampissimo consenso?
Le decisioni sono semplicissime, restiamo uniti, non ci tocca nessuno, non perderemo nessun uomo o donna, andremo avanti con questo spirito e questa volontà, con la stessa determinazione, correttezza e trasparenza, tutti coloro che hanno sposato il progetto politico ed elettorale di Metta Sindaco da oggi fanno parte di un nuovo progetto politico e civico, che non si riconosce con i partiti presenti ma che non si chiude al confronto con coloro che hanno votato per quei partiti e schieramenti. Restiamo uniti in un nuovo progetto politico, che avrà un suo nome, un suo simbolo, una sua sede in Via don Minzoni, che avrà il suo gruppo consiliare e che avrà un suo presidente… Franco Metta».
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