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Conferenza Stampa sulla raccolta firme "Amo la mia vita"

La petizione lanciata da AmbientiAmo Cerignola per l'attivazione dello screening mammografico

Si è tenuta ieri, presso la Sala Conferenze del Palazzo di Città, la Conferenza Stampa organizzata dall'Associazione AmbientiAmo Cerignola, tesa a illustrare i risultati e le prospettive derivanti dalla petizione "Amo la mia vita" per attivare lo screening mammografico per le donne in età a rischio (fra i 45 e i 69 anni), servizio considerato LEA (Livello Essenziale di Assistenza). L'incontro è avvenuto all'indomani della notizia del possibile declassamento del "Tatarella" da ospedale di I livello a ospedale di base, derivante dalla bozza del Piano di riordino ospedaliero.

Il presidente di AmbientiAmo, Pio Grieco, ha comunicato che, durante gli scorsi mesi, sono state raccolte 4700 firme tramite i gazebo e il sito Change.org, nelle città di Cerignola e dei Cinque Reali Siti. "Vogliamo maggiore attenzione da chi eroga il servizio sanitario, perché vi è la necessità di far incontrare i fruitori e i gestori di tale servizio, e ridurre la distanza tra loro", dichiara Grieco.
Ha proseguito, poi, il Dr. Roberto Saccozzi, chirurgo e oncologo, che ha parlato di un "disordinato accesso alle mammografie c.d. opportunistiche, fatto di lunghe liste di attesa, quando invece con lo screening mammografico si riceve semplicemente una lettera con cui presentarsi per effettuare la mammografia." Saccozzi ha dichiarato, inoltre, che attraverso lo screening (che dura soli 10 minuti) si ha un risparmio di costi pari a 30 euro per ogni mammografia, e tutti gli studi hanno evidenziato che in questo modo la mortalità diminuisce del 30%. In base alle statistiche a disposizione, l'oncologo ha osservato che il numero di tumori nella provincia di Foggia e nella città di Cerignola è leggermente inferiore al dato nazionale, ma il tasso di mortalità è del 30% superiore. "L'ospedale di Cerignola ha le attrezzature e il personale competente per effettuare lo screening. Perché non viene fatto? E' una domanda a cui è difficile dare una risposta", chiosa Saccozzi.
Come detto, l'occasione ha offerto spunti per trattare anche il delicato tema del declassamento del Tatarella. "Non è ora il momento di polemizzare, le responsabilità le conosciamo bene ma adesso bisogna restare uniti", afferma Rino Pezzano, invitato in qualità di consigliere comunale e responsabile certificatore della raccolta firme. "Si tratta di decisioni adottate in virtù di una legge nazionale e applicate da un governo regionale. Per me era già tutto scritto: mi aspettavo un declassamento, ma non in questi termini".
Rocco Dalessandro, direttore sanitario del nosocomio, chiede una sollecitazione corale di tutta la provincia di Foggia per richiedere servizi sanitari all'altezza e si sofferma, poi, sulle difficoltà quotidiane della sanità, la cui comprensione è fondamentale per trarre giudizi: "Le forze interne sono poche. Basti pensare che il servizio di senologia è sorretto da un solo medico. Inoltre, formare un'unità medica non è mai cosa semplice, specie quando la formazione riguarda aspetti molto delicati".
L'intervento del sindaco Metta è stato quello conclusivo: con riferimento al declassamento del nosocomio cittadino, l'avvocato ha sottolineato che non si è trattato di una notizia imprevista ma già nell'aria da mesi, e che "non esiste nessun tavolo, in quanto le decisioni sono state prese senza consultare i comuni coinvolti dal Piano di riordino".

Il tumore al seno è il più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 29% di tutte le patologie tumorali che colpiscono le donne. Ancora oggi, ci sono persone poco attente ai problemi di salute. Lo screening mammografico porterebbe a effettuare controlli anche donne che non li farebbero di propria volontà. Le condizioni per attivarlo ci sono già da tempo, anche se le notizie che giungono ora da Bari riguardo all'ospedale Tatarella non sono confortanti, e il grande impegno profuso da AmbientiAmo rischia di annegare nel mare nero delle decisioni prese dall'alto.
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