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Attualità
Eccellenze di Capitanata all’estero: due Accademici alla “Border Criminology Networks” della Oxford University
Un prestigioso riconoscimento internazionale per il lucerino prof. Matteo Mantuano e l’ing. cerignolano Luciano Magaldi Sardella
Cerignola - venerdì 10 ottobre 2025
15.20 Comunicato Stampa
La comunità accademica pugliese celebra un traguardo straordinario che proietta il territorio foggiano e quello cerignolano sulla scena accademica internazionale più prestigiosa. Due accademici foggiani, un lucerino e un cerignolano sono diventati "Academic Writers" per la "Border Criminology Networks" della Oxford University, entrando così a far parte di una rete di eccellenza che rappresenta l'avanguardia della ricerca accademica a livello globale.
L'ing. Luciano Magaldi Sardella e il prof. Matteo Mantuano, i cui legami con il territorio della Capitanata rappresentano un motivo d'orgoglio per l'intera Provincia di Foggia, hanno visto il loro lavoro di ricerca pubblicato sul prestigioso sito della Border Criminology Network, un'iniziativa accademica della Faculty of Law della Oxford University che costituisce il punto di riferimento mondiale per gli studi sulle migrazioni, i confini e i sistemi di giustizia penale.
Il riconoscimento assume particolare significato perché colloca questi studiosi foggiani all'interno di una comunità accademica internazionale che conta tra i suoi membri i massimi esperti mondiali di criminologia delle frontiere, diritti umani e politiche migratorie. Diventare "Academic Writers" per questa rete significa non solo vedere pubblicati i propri lavori su una piattaforma di altissimo profilo, ma entrare in un dialogo continuo con università, istituzioni internazionali e policy makers che si occupano delle sfide più complesse della mobilità umana contemporanea.
L'ing. Magaldi Sardella, che ha conseguito un PhD e un MBA presso la European O. University, e il professor Mantuano, docente universitario presso l'Università UNITRE' di Milano, hanno presentato un articolo di ricerca dal titolo "Italy's Borders Immigration Paradox: Rising Numbers, Falling Crime, and the Reality of Exploitation" che affronta con rigore scientifico e sensibilità umana uno dei nodi più critici della politica europea contemporanea.
La loro ricerca rappresenta un contributo fondamentale al dibattito sull'immigrazione perché sfida con dati concreti le narrazioni più superficiali e populiste che dominano il discorso pubblico.
Attraverso un'analisi approfondita delle statistiche dell'Istituto Nazionale di Statistica e dei dati criminologici italiani, i due ricercatori dimostrano come esista un paradosso profondo tra la retorica politica e la realtà dei fatti: mentre l'immigrazione è spesso associata a un aumento della criminalità nel dibattito pubblico, i dati mostrano che i tassi di criminalità nelle regioni italiane sono diminuiti del venticinque percento tra il 2007 e il 2016, proprio nel periodo in cui i permessi di asilo sono aumentati esponenzialmente. Ancora più significativo, i reati commessi da stranieri sono calati del sessantacinque per cento nello stesso periodo, raggiungendo livelli storicamente minimi.
Il cuore della ricerca dei due studiosi di Capitanata riguarda però un fenomeno ancora più insidioso: come le politiche restrittive europee, pensate per controllare e scoraggiare le migrazioni, creino sistematicamente le condizioni stesse di vulnerabilità e sfruttamento che dichiarano di voler prevenire. Il lavoro si concentra in particolare sul Regolamento di Dublino, che obbliga i richiedenti asilo a presentare domanda nel primo paese di arrivo, e su come questa norma, combinata con la posizione geografica dell'Italia come porta d'ingresso mediterranea verso l'Europa, generi quella che gli studiosi definiscono "immobilità involontaria".
Questa condizione di limbo giuridico intrappola i migranti che intendevano transitare attraverso l'Italia per raggiungere altre destinazioni europee, costringendoli a rimanere in un territorio dove faticano a ottenere una residenza stabile e dove, paradossalmente, vengono spinti verso forme di lavoro precario e spesso illegale. Il caso più emblematico analizzato dai ricercatori è quello del sistema del caporalato, quella che viene definita "agro-mafia", che opera particolarmente nel settore agricolo meridionale e che sfrutta proprio questa popolazione di migranti che non possono lasciare l'Italia ma nemmeno godono di diritti lavorativi formali.
Il prof. Mantuano e l'ing. Magaldi Sardella hanno documentato come questo sistema di intermediazione illecita crei una vera e propria economia sommersa dove i lavoratori migranti vivono in condizioni squallide mentre lavorano nei campi per appena tre euro l'ora, pagando fino a cinque euro per un trasporto che dovrebbe costare uno, e destinando metà dei loro magri guadagni per l'affitto di un posto letto in abitazioni sovraffollate e insicure. La perversità del sistema sta nel fatto che questi lavoratori non possono denunciare gli abusi o cercare condizioni migliori perché rischiano di essere esposti alle autorità e potenzialmente espulsi, anche se paradossalmente non possono essere effettivamente rimpatriati proprio a causa delle regole di Dublino.
La ricerca assume particolare rilevanza in questo momento storico perché il Patto europeo sulla Migrazione e l'Asilo è entrato nella fase di implementazione, e le pressioni elettorali crescenti in tutta Europa stanno mettendo le politiche migratorie sotto uno scrutinio senza precedenti. Il lavoro dei due studiosi foggiani offre elementi cruciali per comprendere le conseguenze non intenzionali di politiche che privilegiano la deterrenza rispetto alla protezione.
Il riconoscimento ricevuto da questi due studiosi legàti al territorio della Capitanata non rappresenta soltanto un motivo di orgoglio locale, ma testimonia come la Provincia di Foggia, e altre città daune come Lucera e Cerignola possano contribuire ai più alti livelli del dibattito scientifico internazionale. In un'epoca in cui la ricerca accademica di qualità è sempre più fondamentale per orientare decisioni politiche complesse, vedere studiosi con radici nel nostro territorio entrare nella più prestigiosa rete di criminologia delle frontiere del mondo significa riconoscere che anche dalla nostra realtà provinciale possono emergere voci autorevoli capaci di parlare alle istituzioni europee e alle università più importanti del pianeta.
La pubblicazione sul sito della "Border Criminologies Networks" non è infatti un semplice articolo accademico, ma un intervento che verrà letto da policy makers, ricercatori, organizzazioni internazionali e istituzioni che lavorano quotidianamente sulle questioni migratorie. Rappresenta un contributo concreto al dibattito su come l'Europa possa sviluppare politiche che proteggano i diritti dei migranti affrontando al contempo le legittime preoccupazioni sull'integrazione e la coesione sociale.
Il messaggio che emerge dalla ricerca è chiaro e fondato su evidenze empiriche: sicurezza e umanità non devono essere obiettivi contrapposti, ma raggiungere entrambi richiede confrontarsi con le contraddizioni strutturali che attualmente definiscono la governance migratoria europea. Solo riconoscendo che la migrazione è un fenomeno sociale ed economico complesso che non può essere semplicemente scoraggiato attraverso politiche restrittive, l'Europa potrà sviluppare framework che servano sia la dignità dei migranti sia gli interessi legittimi degli stati membri.
Questo riconoscimento internazionale dedicato ai nostri concittadini foggiani e pugliesi ci ricorda che tutta la Provincia di Foggia, e le altre province pugliesi, possiedono un capitale umano e intellettuale di straordinario valore, capace di competere ai più alti livelli della ricerca mondiale e di portare la voce del nostro territorio nei luoghi dove si prendono le decisioni che influenzeranno il futuro dell'Europa e del Mediterraneo.
L'ing. Luciano Magaldi Sardella e il prof. Matteo Mantuano, i cui legami con il territorio della Capitanata rappresentano un motivo d'orgoglio per l'intera Provincia di Foggia, hanno visto il loro lavoro di ricerca pubblicato sul prestigioso sito della Border Criminology Network, un'iniziativa accademica della Faculty of Law della Oxford University che costituisce il punto di riferimento mondiale per gli studi sulle migrazioni, i confini e i sistemi di giustizia penale.
Il riconoscimento assume particolare significato perché colloca questi studiosi foggiani all'interno di una comunità accademica internazionale che conta tra i suoi membri i massimi esperti mondiali di criminologia delle frontiere, diritti umani e politiche migratorie. Diventare "Academic Writers" per questa rete significa non solo vedere pubblicati i propri lavori su una piattaforma di altissimo profilo, ma entrare in un dialogo continuo con università, istituzioni internazionali e policy makers che si occupano delle sfide più complesse della mobilità umana contemporanea.
L'ing. Magaldi Sardella, che ha conseguito un PhD e un MBA presso la European O. University, e il professor Mantuano, docente universitario presso l'Università UNITRE' di Milano, hanno presentato un articolo di ricerca dal titolo "Italy's Borders Immigration Paradox: Rising Numbers, Falling Crime, and the Reality of Exploitation" che affronta con rigore scientifico e sensibilità umana uno dei nodi più critici della politica europea contemporanea.
La loro ricerca rappresenta un contributo fondamentale al dibattito sull'immigrazione perché sfida con dati concreti le narrazioni più superficiali e populiste che dominano il discorso pubblico.
Attraverso un'analisi approfondita delle statistiche dell'Istituto Nazionale di Statistica e dei dati criminologici italiani, i due ricercatori dimostrano come esista un paradosso profondo tra la retorica politica e la realtà dei fatti: mentre l'immigrazione è spesso associata a un aumento della criminalità nel dibattito pubblico, i dati mostrano che i tassi di criminalità nelle regioni italiane sono diminuiti del venticinque percento tra il 2007 e il 2016, proprio nel periodo in cui i permessi di asilo sono aumentati esponenzialmente. Ancora più significativo, i reati commessi da stranieri sono calati del sessantacinque per cento nello stesso periodo, raggiungendo livelli storicamente minimi.
Il cuore della ricerca dei due studiosi di Capitanata riguarda però un fenomeno ancora più insidioso: come le politiche restrittive europee, pensate per controllare e scoraggiare le migrazioni, creino sistematicamente le condizioni stesse di vulnerabilità e sfruttamento che dichiarano di voler prevenire. Il lavoro si concentra in particolare sul Regolamento di Dublino, che obbliga i richiedenti asilo a presentare domanda nel primo paese di arrivo, e su come questa norma, combinata con la posizione geografica dell'Italia come porta d'ingresso mediterranea verso l'Europa, generi quella che gli studiosi definiscono "immobilità involontaria".
Questa condizione di limbo giuridico intrappola i migranti che intendevano transitare attraverso l'Italia per raggiungere altre destinazioni europee, costringendoli a rimanere in un territorio dove faticano a ottenere una residenza stabile e dove, paradossalmente, vengono spinti verso forme di lavoro precario e spesso illegale. Il caso più emblematico analizzato dai ricercatori è quello del sistema del caporalato, quella che viene definita "agro-mafia", che opera particolarmente nel settore agricolo meridionale e che sfrutta proprio questa popolazione di migranti che non possono lasciare l'Italia ma nemmeno godono di diritti lavorativi formali.
Il prof. Mantuano e l'ing. Magaldi Sardella hanno documentato come questo sistema di intermediazione illecita crei una vera e propria economia sommersa dove i lavoratori migranti vivono in condizioni squallide mentre lavorano nei campi per appena tre euro l'ora, pagando fino a cinque euro per un trasporto che dovrebbe costare uno, e destinando metà dei loro magri guadagni per l'affitto di un posto letto in abitazioni sovraffollate e insicure. La perversità del sistema sta nel fatto che questi lavoratori non possono denunciare gli abusi o cercare condizioni migliori perché rischiano di essere esposti alle autorità e potenzialmente espulsi, anche se paradossalmente non possono essere effettivamente rimpatriati proprio a causa delle regole di Dublino.
La ricerca assume particolare rilevanza in questo momento storico perché il Patto europeo sulla Migrazione e l'Asilo è entrato nella fase di implementazione, e le pressioni elettorali crescenti in tutta Europa stanno mettendo le politiche migratorie sotto uno scrutinio senza precedenti. Il lavoro dei due studiosi foggiani offre elementi cruciali per comprendere le conseguenze non intenzionali di politiche che privilegiano la deterrenza rispetto alla protezione.
Il riconoscimento ricevuto da questi due studiosi legàti al territorio della Capitanata non rappresenta soltanto un motivo di orgoglio locale, ma testimonia come la Provincia di Foggia, e altre città daune come Lucera e Cerignola possano contribuire ai più alti livelli del dibattito scientifico internazionale. In un'epoca in cui la ricerca accademica di qualità è sempre più fondamentale per orientare decisioni politiche complesse, vedere studiosi con radici nel nostro territorio entrare nella più prestigiosa rete di criminologia delle frontiere del mondo significa riconoscere che anche dalla nostra realtà provinciale possono emergere voci autorevoli capaci di parlare alle istituzioni europee e alle università più importanti del pianeta.
La pubblicazione sul sito della "Border Criminologies Networks" non è infatti un semplice articolo accademico, ma un intervento che verrà letto da policy makers, ricercatori, organizzazioni internazionali e istituzioni che lavorano quotidianamente sulle questioni migratorie. Rappresenta un contributo concreto al dibattito su come l'Europa possa sviluppare politiche che proteggano i diritti dei migranti affrontando al contempo le legittime preoccupazioni sull'integrazione e la coesione sociale.
Il messaggio che emerge dalla ricerca è chiaro e fondato su evidenze empiriche: sicurezza e umanità non devono essere obiettivi contrapposti, ma raggiungere entrambi richiede confrontarsi con le contraddizioni strutturali che attualmente definiscono la governance migratoria europea. Solo riconoscendo che la migrazione è un fenomeno sociale ed economico complesso che non può essere semplicemente scoraggiato attraverso politiche restrittive, l'Europa potrà sviluppare framework che servano sia la dignità dei migranti sia gli interessi legittimi degli stati membri.
Questo riconoscimento internazionale dedicato ai nostri concittadini foggiani e pugliesi ci ricorda che tutta la Provincia di Foggia, e le altre province pugliesi, possiedono un capitale umano e intellettuale di straordinario valore, capace di competere ai più alti livelli della ricerca mondiale e di portare la voce del nostro territorio nei luoghi dove si prendono le decisioni che influenzeranno il futuro dell'Europa e del Mediterraneo.