
Vita di città
Lo “iuso” di Andrea Cicchetto in Terra Vecchia a Cerignola: la proposta della signora Rossana di farne un luogo museo
Il ricordo dell’attuale proprietaria: “Quando ero piccola alcuni francesi venivano a visitare la cantina”
Cerignola - sabato 13 settembre 2025
10.13
La Terra Vecchia di Cerignola, dal punto di vista architettonico, rispecchia la conformazione dei borghi pugliesi: è formata infatti da vicoli più o meno stretti che si aprono sulle vie principali, e dalla presenza di "iusi", case a piano terra abitate in passato da famiglie numerose, che vivevano spesso insieme ai cavalli e altri animali domestici.
All'interno della Vecchia Vecchia c'è uno iuso in cui, nella prima metà del 1500, un ciabattino chiamato Andrea Cicchetto aveva la sua bottega. La vicenda che lo riguarda si tramanda di generazione in generazione, ed è intrisa di storia e leggenda.
Il 28 Aprile 1503 nei dintorni dell'area urbana si disputò la "Battaglia di Cerignola", che vide scontrarsi i Francesi guidati dal Duca Nemours, e gli Spagnoli comandati da Gonzalo Fernandez de Cordoba. La battaglia si concluse con la vittoria di questi ultimi.
Proprio nel periodo in cui si svolse tale battaglia, nell'umile bottega di Andrea Cicchetto, arrivò un ufficiale francese, dai modi cordiali e distinti. Il militare straniero commissionò al ciabattino una riparazione, e al termine del lavoro, lo ricompensò degnamente. Con il passare dei giorni, tra Cicchetto e l'ufficiale si instaurò un rapporto di fiducia e stima reciproca.
Un giorno, il francese confidò ad Andrea Cicchetto un segreto, che cambiò per sempre la vita di entrambi.
"Nel sotterraneo della tua bottega, collegato da una botola, prima della Battaglia è stato nascosto un tesoro", furono le parole del militare, che propose così di recuperarlo e poi dividere in parti uguali ciò che avrebbero trovato.
Il povero Cicchetto, che viveva stentatamente del suo umile lavoro, non se lo lasciò ripetere due volte. Il giorno dopo si rividero nella bottega, e cominciarono a scavare sino a quando non apparve la botola che conduceva al sotterraneo.
Dopo averla sollevata restarono di stucco per ciò che trovarono: c'era davvero un tesoro! I due si organizzarono per il recupero, e cominciarono a salire e scendere a turno dal sotterraneo, raggruppando la refurtiva in diversi sacchi. Ad un certo punto, quando toccava all'ufficiale scendere, Andrea Cicchetto si lasciò tentare da un malsano pensiero: rinchiudere il francese all'interno del sotterraneo per impadronirsi dell'intero tesoro.
Nonostante Cicchetto fosse un uomo di fede assai legato alla Madonna di Ripalta, ebbe il coraggio di compiere un gesto così ignobile.
Da quel giorno, però, la sua vita fu costellata da avversi colpi di fortuna ed incubi ricorrenti che non lo lasciavano dormire in pace. Il rimorso di ciò che aveva fatto lo tormentava, impedendogli di godere della ricchezza inaspettata.
Ad un certo punto, dilaniato dai sensi di colpa, decise di donare tutto ciò che possedeva alla Chiesa. Inoltre, prima di morire, chiese che venisse celebrata ogni giorno all'alba una Santa Messa presso la Chiesa Madre, in suo ricordo.
Sullo iuso in cui Andrea Cicchetto aveva la sua bottega è presente ancora oggi la scritta: "Tutto a Dio, che il resto è vano", con l'iscrizione dell'anno 1567.
Attualmente il sotterraneo, adibito a cantina e quindi pieno di oggetti, appartiene alla signora Rossana, 55 anni, che lo ha ereditato dalla nonna.
"Quando ero piccola ricordo che sono arrivati dei Francesi che volevano visitare lo iuso in cui Cicchetto aveva la sua bottega. Conoscevano bene la storia di questo ciabattino e dell'ufficiale che condivisero il segreto di un tesoro nascosto proprio in quel luogo. Nel corso del tempo parecchie persone hanno chiesto ai miei nonni di poter scavare per vedere se per caso c'era qualcos'altro. Qualcuno lo ha fatto, ma purtroppo non è stato trovato più nulla", ha dichiarato Rossana, residente all'interno della Terra Vecchia.
"La mia proposta- che giro direttamente all'Amministrazione comunale o a chi di competenza- è di ricavare in quello iuso un piccolo museo, ricreando l'ambientazione di una bottega con la presenza della botola. Sarebbe bello, soprattutto con le scolaresche cittadine, rievocare la storia di Andrea Cicchetto e dell'ufficiale francese con il ritrovamento del tesoro e il tragico epilogo finale.
Tanti bambini, nel corso degli anni, si sono affacciati con lo sguardo incuriosito nella cantina, ma sono rimasti delusi perchè non vi è nulla che possa riportare alla storia che lì si è svolta nel lontano 1500", ha aggiunto Rossana.
Nell'ottica di una riqualificazione generale della Terra Vecchia lo iuso di Andrea Cicchetto potrebbe diventare un luogo museo da visitare per fare un salto nel passato, anche a livello emozionale.
All'interno della Vecchia Vecchia c'è uno iuso in cui, nella prima metà del 1500, un ciabattino chiamato Andrea Cicchetto aveva la sua bottega. La vicenda che lo riguarda si tramanda di generazione in generazione, ed è intrisa di storia e leggenda.
Il 28 Aprile 1503 nei dintorni dell'area urbana si disputò la "Battaglia di Cerignola", che vide scontrarsi i Francesi guidati dal Duca Nemours, e gli Spagnoli comandati da Gonzalo Fernandez de Cordoba. La battaglia si concluse con la vittoria di questi ultimi.
Proprio nel periodo in cui si svolse tale battaglia, nell'umile bottega di Andrea Cicchetto, arrivò un ufficiale francese, dai modi cordiali e distinti. Il militare straniero commissionò al ciabattino una riparazione, e al termine del lavoro, lo ricompensò degnamente. Con il passare dei giorni, tra Cicchetto e l'ufficiale si instaurò un rapporto di fiducia e stima reciproca.
Un giorno, il francese confidò ad Andrea Cicchetto un segreto, che cambiò per sempre la vita di entrambi.
"Nel sotterraneo della tua bottega, collegato da una botola, prima della Battaglia è stato nascosto un tesoro", furono le parole del militare, che propose così di recuperarlo e poi dividere in parti uguali ciò che avrebbero trovato.
Il povero Cicchetto, che viveva stentatamente del suo umile lavoro, non se lo lasciò ripetere due volte. Il giorno dopo si rividero nella bottega, e cominciarono a scavare sino a quando non apparve la botola che conduceva al sotterraneo.
Dopo averla sollevata restarono di stucco per ciò che trovarono: c'era davvero un tesoro! I due si organizzarono per il recupero, e cominciarono a salire e scendere a turno dal sotterraneo, raggruppando la refurtiva in diversi sacchi. Ad un certo punto, quando toccava all'ufficiale scendere, Andrea Cicchetto si lasciò tentare da un malsano pensiero: rinchiudere il francese all'interno del sotterraneo per impadronirsi dell'intero tesoro.
Nonostante Cicchetto fosse un uomo di fede assai legato alla Madonna di Ripalta, ebbe il coraggio di compiere un gesto così ignobile.
Da quel giorno, però, la sua vita fu costellata da avversi colpi di fortuna ed incubi ricorrenti che non lo lasciavano dormire in pace. Il rimorso di ciò che aveva fatto lo tormentava, impedendogli di godere della ricchezza inaspettata.
Ad un certo punto, dilaniato dai sensi di colpa, decise di donare tutto ciò che possedeva alla Chiesa. Inoltre, prima di morire, chiese che venisse celebrata ogni giorno all'alba una Santa Messa presso la Chiesa Madre, in suo ricordo.
Sullo iuso in cui Andrea Cicchetto aveva la sua bottega è presente ancora oggi la scritta: "Tutto a Dio, che il resto è vano", con l'iscrizione dell'anno 1567.
Attualmente il sotterraneo, adibito a cantina e quindi pieno di oggetti, appartiene alla signora Rossana, 55 anni, che lo ha ereditato dalla nonna.
"Quando ero piccola ricordo che sono arrivati dei Francesi che volevano visitare lo iuso in cui Cicchetto aveva la sua bottega. Conoscevano bene la storia di questo ciabattino e dell'ufficiale che condivisero il segreto di un tesoro nascosto proprio in quel luogo. Nel corso del tempo parecchie persone hanno chiesto ai miei nonni di poter scavare per vedere se per caso c'era qualcos'altro. Qualcuno lo ha fatto, ma purtroppo non è stato trovato più nulla", ha dichiarato Rossana, residente all'interno della Terra Vecchia.
"La mia proposta- che giro direttamente all'Amministrazione comunale o a chi di competenza- è di ricavare in quello iuso un piccolo museo, ricreando l'ambientazione di una bottega con la presenza della botola. Sarebbe bello, soprattutto con le scolaresche cittadine, rievocare la storia di Andrea Cicchetto e dell'ufficiale francese con il ritrovamento del tesoro e il tragico epilogo finale.
Tanti bambini, nel corso degli anni, si sono affacciati con lo sguardo incuriosito nella cantina, ma sono rimasti delusi perchè non vi è nulla che possa riportare alla storia che lì si è svolta nel lontano 1500", ha aggiunto Rossana.
Nell'ottica di una riqualificazione generale della Terra Vecchia lo iuso di Andrea Cicchetto potrebbe diventare un luogo museo da visitare per fare un salto nel passato, anche a livello emozionale.