
Sport
Lo sport ai tempi del Coronavirus: Pallavolo Cerignola
Martina Albanese: «Stiamo assistendo ad una delle lezioni più importanti della nostra vita»
Cerignola - lunedì 16 marzo 2020
17.50
Anche il mondo dello sport, fermo oramai da quasi un mese, è alle prese con la quarantena e con tutta la situazione di emergenza dovuta al Coronavirus. Martina Albanese, giocatrice storica della Pallavolo Cerignola, in questa intervista ci racconta il punto di vista di uno sportivo alle prese con lo stop "forzato" dovuto dalla pandemia legata al Covid-19.
Ciao Martina, partiamo con una domanda molto gettonata: come trascorre il suo tempo?
«Ho approfittato di questo momento di stop nazionale per dedicarmi un po' di tempo, in "autoisolamento volontario" così come lo hanno definito. Mi dedico principalmente ai miei studi, agli aggiornamenti quotidiani circa l'andamento dell'epidemia nello scenario mondiale e a qualche hobby che non sono mai riuscita a coltivare, come la musica».
Quando ci sarà la ripresa dei campionati, se ci sarà, pensi che tutto ciò influirà in maniera negativa?
«Sicuramente questo stop porterà tutte le squadre qualche gradino più in basso rispetto al livello di gioco precedentemente raggiunto. L'entità dei gradini persi sarà proporzionale al lavoro precedente, sia in termini di preparazione atletica e tecnico-tattica, sia (e mi sento di dire, soprattutto) al bagaglio di intesa e coesione maturato durante tutto il campionato».
Che tipo di allenamento svolge lontano dalle palestre e dal campo? L'intero roster si coordina anche a distanza?
«Il mio è un allenamento psico-somatico. Al richiamo fisico associo il necessario per mantenere alto il morale e continuare a produrre endorfine e vibrazioni positive. E più o meno ci sto riuscendo, al momento. Così come buona parte delle mie compagne di squadra, con cui sono sempre in contatto».
Che idea si è fatta di tutta questa situazione?
«Che sto assistendo ad una delle lezioni più importanti della mia vita. Che è un punto di non ritorno importante per tutta l'umanità, che cambierà per sempre tutte le prospettive; e che nulla, davvero nulla, può essere dato per scontato!».
Ciao Martina, partiamo con una domanda molto gettonata: come trascorre il suo tempo?
«Ho approfittato di questo momento di stop nazionale per dedicarmi un po' di tempo, in "autoisolamento volontario" così come lo hanno definito. Mi dedico principalmente ai miei studi, agli aggiornamenti quotidiani circa l'andamento dell'epidemia nello scenario mondiale e a qualche hobby che non sono mai riuscita a coltivare, come la musica».
Quando ci sarà la ripresa dei campionati, se ci sarà, pensi che tutto ciò influirà in maniera negativa?
«Sicuramente questo stop porterà tutte le squadre qualche gradino più in basso rispetto al livello di gioco precedentemente raggiunto. L'entità dei gradini persi sarà proporzionale al lavoro precedente, sia in termini di preparazione atletica e tecnico-tattica, sia (e mi sento di dire, soprattutto) al bagaglio di intesa e coesione maturato durante tutto il campionato».
Che tipo di allenamento svolge lontano dalle palestre e dal campo? L'intero roster si coordina anche a distanza?
«Il mio è un allenamento psico-somatico. Al richiamo fisico associo il necessario per mantenere alto il morale e continuare a produrre endorfine e vibrazioni positive. E più o meno ci sto riuscendo, al momento. Così come buona parte delle mie compagne di squadra, con cui sono sempre in contatto».
Che idea si è fatta di tutta questa situazione?
«Che sto assistendo ad una delle lezioni più importanti della mia vita. Che è un punto di non ritorno importante per tutta l'umanità, che cambierà per sempre tutte le prospettive; e che nulla, davvero nulla, può essere dato per scontato!».