Natasha Pugliese, i consulenti assicurano: “Nessuna responsabilità individuale”

Il 4 Settembre del 2024 la 22enne Natasha Pugliese, di Cerignola, morì durante un intervento chirurgico d'urgenza effettuato agli Ospedali Riuniti di Foggia, all'interno della sala operatoria della Chirurgia toracica.

La giovane era stata ricoverata due mesi prima presso il nosocomio foggiano a seguito di un incidente accaduto la sera del 18 giugno 2024, mentre era alla guida di un monopattino elettrico. Il mezzo si scontrò violentemente con un'automobile.

Negli ultimi giorni prima dell'operazione le condizioni della ragazza si erano aggravate a causa di un'insufficienza respiratoria.

"Non è rilevabile un errore umano che abbia inciso nel decesso di Natasha Pugliese, ma soltanto una gestione organizzativa, intraospedaliera che non ha consentito di raggiungere l'esito sperato, salvare la paziente". Sono queste le conclusioni a cui sono giunti i tre consulenti incaricati dal PM Paola De Martino di eseguire l'autopsia sul corpo della giovane deceduta mentre si trovava sotto i ferri.

Per omicidio colposo in ambito medico sono indagati in 20, tra chirurghi e personale sanitario che hanno avuto in cura la giovane paziente. C'è poi un altro indagato, il conducente dell'automobile coinvolta nell'impatto, sul quale pende l'indizio di omicidio stradale.

Stando a ciò che i consulenti hanno rilevato e che è stato riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, esisterebbe un "nesso causale tra l'incidente e il decesso di Natasha Pugliese".

L'avvocato difensore di sei dei 20 indagati in ambito medico punta ora alla richiesta di archiviazione da parte del PM, alla luce delle chiare conclusioni della consulenza: non vi è alcun errore medico.

La consulenza ha inoltre chiarito la circostanza secondo cui sino alla fine di agosto la situazione diagnostica era abbastanza normale e quindi sotto controllo. Nulla lasciava presagire un repentino peggioramento delle condizioni di salute di Natasha, come avvenne dopo quella data.

L'indagine sul decesso di Natasha è quindi ancora aperta, ed è ancora in corso il procedimento nei confronti di 5 parenti della ragazza (padre, uno zio, tre fratelli), accusati di aver aggredito alcuni medici presenti in reparto la sera in cui si è verificato il decesso.