
Territorio
Pasquale Calvio, Noi Comunità in Movimento Cerignola: “La siccità uccide l’agricoltura”
Il referente del gruppo politico sottolinea la gravità della situazione in Capitanata
Cerignola - venerdì 8 agosto 2025
Di recente l'Amministrazione comunale di Cerignola ha annunciato di aver richiesto alla Regione Puglia il riconoscimento dello stato di calamità naturale a causa della siccità.
Sul delicato argomento ha preso posizione Pasquale Calvio, agricoltore cerignolano e referente del gruppo politico "Noi Comunità in Movimento". Di seguito le sue dichiarazioni:
"La crisi idrica incombe da anni su tutta la Puglia, e in modo più marcato sul Tavoliere, territorio di cui l'agro di Cerignola fa parte, in quanto questa ha l'estensione agricola tra le più grandi d'Italia.
Il fenomeno della siccità- prosegue Calvio- è per lo più provocato dalla persistente assenza di piogge. L'agro di Cerignola ha sempre utilizzato per l'agricoltura soprattutto l'acqua proveniente dall'invaso Marrana di Capacciotti, che purtroppo dal 2022 non riesce a raggiungere per i motivi suddetti i livelli massimi di contenimento.
Da due anni a questa parte l'agricoltura locale e regionale si trova ad affrontare seri problemi derivanti dalle avversità climatiche. Se non c'è acqua non c'è vita, di conseguenza le produzioni agricole stanno progressivamente diminuendo, mettendo in crisi le aziende agricole, alle prese con un deficit economico rilevante.
Ultimamente abbiamo appreso da alcune testate giornalistiche che sarebbe stato raggiunto un accordo con la Regione Molise, per creare un "tubone" in grado di fornire l'acqua in eccesso a loro, direttamente alla nostra vicina Diga di Occhito, anche questa in crisi idrica da alcuni anni.
In tal modo dovrebbe esserci finalmente un ristoro per le riserve idriche, che tornerebbero disponibili per l'agricoltura e per l'Acquedotto Pugliese. Qualora ciò si verificasse- così come auspicato- sarebbe un vero toccasana per le ormai risicate disponibilità idriche! Speriamo solo che questo progetto non faccia la stessa fine di quello della Diga Piano dei Limiti, diventato ormai una chimera!
Cosa possiamo fare per il nostro territorio? Sicuramente potremmo usufruire delle acque trattate dai depuratori per riutilizzarle in agricoltura, a ridosso dei canaloni. So che non è una soluzione applicabile per tutto l'agro, ma potrebbe rivelarsi una buona idea almeno per dare sollievo a quei terreni che si trovano in prossimità dei canaloni che trasportano l'acqua al mare. Utilizzare e massimizzare tali risorse potrebbe arrecare cambiamenti positivi in futuro- conclude Calvio.
Sul delicato argomento ha preso posizione Pasquale Calvio, agricoltore cerignolano e referente del gruppo politico "Noi Comunità in Movimento". Di seguito le sue dichiarazioni:
"La crisi idrica incombe da anni su tutta la Puglia, e in modo più marcato sul Tavoliere, territorio di cui l'agro di Cerignola fa parte, in quanto questa ha l'estensione agricola tra le più grandi d'Italia.
Il fenomeno della siccità- prosegue Calvio- è per lo più provocato dalla persistente assenza di piogge. L'agro di Cerignola ha sempre utilizzato per l'agricoltura soprattutto l'acqua proveniente dall'invaso Marrana di Capacciotti, che purtroppo dal 2022 non riesce a raggiungere per i motivi suddetti i livelli massimi di contenimento.
Da due anni a questa parte l'agricoltura locale e regionale si trova ad affrontare seri problemi derivanti dalle avversità climatiche. Se non c'è acqua non c'è vita, di conseguenza le produzioni agricole stanno progressivamente diminuendo, mettendo in crisi le aziende agricole, alle prese con un deficit economico rilevante.
Ultimamente abbiamo appreso da alcune testate giornalistiche che sarebbe stato raggiunto un accordo con la Regione Molise, per creare un "tubone" in grado di fornire l'acqua in eccesso a loro, direttamente alla nostra vicina Diga di Occhito, anche questa in crisi idrica da alcuni anni.
In tal modo dovrebbe esserci finalmente un ristoro per le riserve idriche, che tornerebbero disponibili per l'agricoltura e per l'Acquedotto Pugliese. Qualora ciò si verificasse- così come auspicato- sarebbe un vero toccasana per le ormai risicate disponibilità idriche! Speriamo solo che questo progetto non faccia la stessa fine di quello della Diga Piano dei Limiti, diventato ormai una chimera!
Cosa possiamo fare per il nostro territorio? Sicuramente potremmo usufruire delle acque trattate dai depuratori per riutilizzarle in agricoltura, a ridosso dei canaloni. So che non è una soluzione applicabile per tutto l'agro, ma potrebbe rivelarsi una buona idea almeno per dare sollievo a quei terreni che si trovano in prossimità dei canaloni che trasportano l'acqua al mare. Utilizzare e massimizzare tali risorse potrebbe arrecare cambiamenti positivi in futuro- conclude Calvio.