
Attualità
Patrizio Maggio, autore cerignolano: “Nei libri che ho scritto c’è la Cerignola bella”
Cinquantadue anni, attualmente vive a Margherita di Savoia
Cerignola - martedì 5 agosto 2025
La scrittura è una passione che accomuna molti, nasce come un hobby da praticare nel tempo libero e man mano diventa parte integrante della propria vita.
E' accaduto questo a Patrizio Maggio, 52enne di Cerignola, appassionato autore di racconti alquanto originali e coinvolgenti, che ha trovato il modo di unire la passione per la scrittura e il suo attuale lavoro nel settore della ristorazione.
"Chi mi conosce sa il profondo legame che ho con Cerignola, mia città di origine, ma anche con il territorio e le tradizioni che lo caratterizzano. Questo mi ha portato ad avere un impegno politico molto attivo in città negli anni scorsi, perché ho il forte desiderio che mio figlio Giuseppe, come gli altri ragazzi della sua età, abbia un futuro migliore in una città migliore.
Oggi l'impegno civico e politico è diminuito parecchio, sono meno attivo in tal senso, in quanto affetti e lavoro richiedono, giustamente, più tempo da dedicare". Esordisce così Patrizio Maggio, personalità vulcanica ed entusiasta, che ci racconta con piacere qualche "tassello" della sua vita.
"Ho sempre lavorato nell'azienda agricola di famiglia e ho sempre avuto la passione per la cucina, ma non sono mai riuscito ad andare oltre la semplice attività casalinga. Spronato da Debora, la mia compagna di vita, mi sono iscritto all'Istituto Alberghiero di Margherita di Savoia. Frequentando il corso di studi mi sono reso conto che la passione per la cucina poteva diventare qualcosa di più, attraverso l'acquisizione di tecniche per me ancora sconosciute. Ed infatti tutto ciò oggi sta diventando un lavoro a tutti gli effetti. Vivo a Margherita di Savoia e lavoro in un ristorante molto rinomato.
Nei momenti di pausa e di tempo libero ho iniziato a buttare giù alcune idee che in realtà ho sempre avuto, ma alle quali oggi mi approccio con una maturità diversa. Il profondo legame che ho con la mia terra ha ispirato le ambientazioni dei racconti che ho realizzato", aggiunge Patrizio.
Cosa rappresenta per te la scrittura? Quanto c'è di tuo nei libri che stai realizzando?
"Per me scrivere questi racconti e quelli che seguiranno, è un modo per mettere su un foglio bianco tutto quello che le mie emozioni e la mia mente mi suggeriscono. Infatti ho sempre avuto una grande passione per la giallistica, essendo un lettore avido sin da ragazzo. Oggi, unendo anche la passione per la cucina che è diventata un lavoro a tutti gli effetti, ho voluto mettere insieme le due cose, ma non in modo stucchevole. Leggendo i racconti ognuno potrà scoprirlo.
Il vice commissario Pasquale Traversa, infatti, è un personaggio dalle mille sorprese, e proprio la sua passione per la cucina gli servirà più che altro per iniziare l'investigazione. Successivamente, tirerà fuori anche l'abilità e il saper fare tipici di noi pugliesi per portare a termine l'indagine, un po' come me- che, nei momenti di difficoltà della vita- tiro fuori tutto me stesso senza alcuna riserva"
Da cosa hai tratto ispirazione per i personaggi dei tuoi libri?
"L'ispirazione nasce-come già detto- dalla volontà di abbinare le mie due passioni: cucina e giallo, ma non riuscivo mai ad avere il là per mettere le mie idee su un foglio bianco. Possiamo dire che quasi mi mancava il coraggio di digitare la prima lettera sulla tastiera. Il caso ha voluto che una sera stavo preparando uno dei piatti che mi riescono meglio, l'Assassina, tipico piatto barese. Appunto una pasta "assassinata" nella propria salsa per darle un tocco di bruciato. Cosa c'era in tv in quel momento? La signora Fletcher che smascherava appunto una donna rea di un omicidio, appunto un'assassina. Ho considerato questa coincidenza come un segno, e il giorno dopo è nato il personaggio di Pasquale, un Vice Commissario barese, un po' il mio alter ego. Infatti ho riversato in lui tutto ciò che mi ha sempre frullato nella mente: indagini sotto copertura, ricette, inseguimenti e metodi di investigazione molto al limite. Pasquale per me- e spero anche per chi leggerà il libro- ha il volto e i modi di fare di un poliziotto realmente esistito e interpretato a cinema da Al Pacino, ossia "Serpico", appunto un investigatore sotto copertura, nonché integerrimo e molto duro con sé stesso e con i colleghi. Alla base delle sue azioni ha solo e soltanto la volontà di risolvere i casi e svelare i colpevoli"
Inedita l'accoppiata tra cucina e scrittura. Ti andrebbe di parlarcene nei dettagli?
"Questa "accoppiata" in realtà non è inedita: ci sono esempi romanzati di chef che diventano anche investigatori , ma l'idea mi sembrava troppo ovvia… poi uno o è chef oppure è investigatore! Invece l'idea di un poliziotto alla Serpico che utilizza il suo saper cucinare soprattutto, anzi esclusivamente, di piatti pugliesi, mi è venuta come ho già raccontato, appunto cucinando, ed ecco la lampadina… Come sarebbe stato risolvere un caso grazie alla realizzazione di un piatto?
Di lì nasce il personaggio, e tutto l'evolversi della storia del primo racconto che si snoda tra gli inizi della carriera di Pasquale, il ritorno a Bari e poi la missione in un ristorante stellato di Milano.
Ma il finale del libro "Assassina" è anche l'inizio del secondo racconto, "Grano Arso" (molto più interiore del primo in quanto tratterà di un caso, a prima vista irrisolto, di ben 30 anni prima, ambientato in una calda estate in Capitanata tra masserie abbandonate, campi di grano e silenzi assordanti di quegli anni).
Uno dei personaggi chiave del racconto (e lo capirà solo chi leggerà il racconto) è ispirato ad una persona che stimo e ammiro molto in quanto, come me, profondamente legate al territorio e alle nostre radici. Lui è Rosario Didonna.
Il finale del racconto dà l'incipit al terzo libro che pubblicherò ad Ottobre, in cui ci sarà un Pasquale più determinato ad eliminare tutto ciò che di negativo e pericoloso esiste nella sua vita. Ci riuscirà? Riuscirà nel suo intento, restando sempre rispettoso della legge e dei suoi principi? Chi leggerà vedrà"
Oltre ad essere un autore esordiente, sei anche un lettore? Cosa ti piace leggere in particolare?
"Autore è una parola troppo grossa, ho scritto solo due racconti per adesso, li ho pubblicati sulla piattaforma di Amazon e-devo dire la verità- non mi aspettavo che così tante persone li acquistassero e poi mi facessero i complimenti. A me non è mai piaciuto leggere qualsiasi opera letteraria in cui le descrizioni delle ambientazioni, dei personaggi o i ricordi del passato fossero la parte maggiore del racconto stesso.
Per intenderci, non mi piace che si scrivano 400 pagine di cui solo 30 sono di azione vera e propria. Il numero di pagine deve essere quello giusto per raccontare e dare la possibilità al lettore di immaginarsi le situazioni descritte. Non bisogna imporre un luogo, oppure descrivere per forza fisicamente un personaggio, altrimenti il lettore diventa troppo passivo davanti alla storia.
Per come mi piace scrivere, il lettore deve sentirsi parte integrante del racconto e della situazione che sta leggendo, quasi come in modalità interattiva, in quanto ci mette molto del suo. Io ho sempre letto con piacere, la biblioteca di casa dei miei o di casa mia è sempre piena di libri di tutti i generi, ma solo da pochi anni a questa parte mi sono reso conto che erano per lo più miei libri di ricette o gialli che io e mio padre divoravamo. Sin da ragazzo ho letto i libri di Camilleri, Conan Doyle e Salgari, con i loro racconti ricchi di avventura e fantasia.
Il libro di esordio di Andrea Camilleri, "La forma dell'acqua" è senza dubbio uno dei miei preferiti"
Utilizza tre aggettivi per descrivere i primi due libri da te realizzati.
"Appassionati, avvincenti, impensabili. Aggiungo anche la pugliesità, che è un elemento che li contraddistingue. Appassionati, perché li ho scritti appunto motivato dalla passione e non da ragioni economiche o altro. Partendo da idee e spunti diversi sono riuscito a creare una trama che fila abbastanza bene, scorrevole. Poiché ho visto che il racconto diventava sempre più avvincente, ho aggiunto anche alcuni spunti storici che fanno da collante alle situazioni, che a pensarci bene sono impensabili, visto che un poliziotto riesce ad ottenere risultati straordinari nella sua attività cucinando. Infatti il Vice Commissario Traversa non possiede grandi doti fisiche e non è un grande utilizzatore di armi, ma attraverso i suoi metodi molto "pugliesi" risolve casi difficili e complicati nel suo lavoro"
Quanto incide sui contenuti dei libri la tua origine cerignolana?
"Sono convinto che non bisogna mai nascondere o rinnegare le proprie origini, anzi è necessario mostrarle ed esserne sempre fieri. Le mie origini cerignolane incidono parecchio sui contenuti da me scritti: il mio impegno politico del passato e la volontà di far riemergere la fierezza del nostro territorio sono la dimostrazione concreta di quanto io ci tenga e ci abbia sempre tenuto. Oggi purtroppo stiamo vivendo un periodo in cui se dici "Sono di Cerignola" quasi devi vergognarti di questo, mentre io invece provo vergogna per chi, con i propri comportamenti, rende la nostra città (ed anche la Capitanata intera) una terra nuda e depredata. Bisognerebbe pensare che l'economia ed il benessere non girano soltanto intorno ai soldi, ma ci sono altri elementi non meno rilevanti come la cultura, l'arte, la buona cucina e la buona educazione. Ho avuto il piacere di inserire nei miei racconti un personaggio come Rosario Didonna, che spinge molto su questi temi, e come lui altri cerignolani affermati. Anche io, nel mio piccolo, vorrei mettere a disposizione ci che ritengo di saper fare: lavorare la terra, cucinare gli alimenti della nostra terra e scrivere di questa per darle il riconoscimento che merita"
Dopo l'estate Patrizio Maggio presenterà i suoi libri anche a Cerignola, ed invita chiunque abbia curiosità di immergersi nella lettura dei suoi racconti a partecipare. Noi ci saremo senz'altro.
Amazon libro
Amazon libro 2
E' accaduto questo a Patrizio Maggio, 52enne di Cerignola, appassionato autore di racconti alquanto originali e coinvolgenti, che ha trovato il modo di unire la passione per la scrittura e il suo attuale lavoro nel settore della ristorazione.
"Chi mi conosce sa il profondo legame che ho con Cerignola, mia città di origine, ma anche con il territorio e le tradizioni che lo caratterizzano. Questo mi ha portato ad avere un impegno politico molto attivo in città negli anni scorsi, perché ho il forte desiderio che mio figlio Giuseppe, come gli altri ragazzi della sua età, abbia un futuro migliore in una città migliore.
Oggi l'impegno civico e politico è diminuito parecchio, sono meno attivo in tal senso, in quanto affetti e lavoro richiedono, giustamente, più tempo da dedicare". Esordisce così Patrizio Maggio, personalità vulcanica ed entusiasta, che ci racconta con piacere qualche "tassello" della sua vita.
"Ho sempre lavorato nell'azienda agricola di famiglia e ho sempre avuto la passione per la cucina, ma non sono mai riuscito ad andare oltre la semplice attività casalinga. Spronato da Debora, la mia compagna di vita, mi sono iscritto all'Istituto Alberghiero di Margherita di Savoia. Frequentando il corso di studi mi sono reso conto che la passione per la cucina poteva diventare qualcosa di più, attraverso l'acquisizione di tecniche per me ancora sconosciute. Ed infatti tutto ciò oggi sta diventando un lavoro a tutti gli effetti. Vivo a Margherita di Savoia e lavoro in un ristorante molto rinomato.
Nei momenti di pausa e di tempo libero ho iniziato a buttare giù alcune idee che in realtà ho sempre avuto, ma alle quali oggi mi approccio con una maturità diversa. Il profondo legame che ho con la mia terra ha ispirato le ambientazioni dei racconti che ho realizzato", aggiunge Patrizio.
Cosa rappresenta per te la scrittura? Quanto c'è di tuo nei libri che stai realizzando?
"Per me scrivere questi racconti e quelli che seguiranno, è un modo per mettere su un foglio bianco tutto quello che le mie emozioni e la mia mente mi suggeriscono. Infatti ho sempre avuto una grande passione per la giallistica, essendo un lettore avido sin da ragazzo. Oggi, unendo anche la passione per la cucina che è diventata un lavoro a tutti gli effetti, ho voluto mettere insieme le due cose, ma non in modo stucchevole. Leggendo i racconti ognuno potrà scoprirlo.
Il vice commissario Pasquale Traversa, infatti, è un personaggio dalle mille sorprese, e proprio la sua passione per la cucina gli servirà più che altro per iniziare l'investigazione. Successivamente, tirerà fuori anche l'abilità e il saper fare tipici di noi pugliesi per portare a termine l'indagine, un po' come me- che, nei momenti di difficoltà della vita- tiro fuori tutto me stesso senza alcuna riserva"
Da cosa hai tratto ispirazione per i personaggi dei tuoi libri?
"L'ispirazione nasce-come già detto- dalla volontà di abbinare le mie due passioni: cucina e giallo, ma non riuscivo mai ad avere il là per mettere le mie idee su un foglio bianco. Possiamo dire che quasi mi mancava il coraggio di digitare la prima lettera sulla tastiera. Il caso ha voluto che una sera stavo preparando uno dei piatti che mi riescono meglio, l'Assassina, tipico piatto barese. Appunto una pasta "assassinata" nella propria salsa per darle un tocco di bruciato. Cosa c'era in tv in quel momento? La signora Fletcher che smascherava appunto una donna rea di un omicidio, appunto un'assassina. Ho considerato questa coincidenza come un segno, e il giorno dopo è nato il personaggio di Pasquale, un Vice Commissario barese, un po' il mio alter ego. Infatti ho riversato in lui tutto ciò che mi ha sempre frullato nella mente: indagini sotto copertura, ricette, inseguimenti e metodi di investigazione molto al limite. Pasquale per me- e spero anche per chi leggerà il libro- ha il volto e i modi di fare di un poliziotto realmente esistito e interpretato a cinema da Al Pacino, ossia "Serpico", appunto un investigatore sotto copertura, nonché integerrimo e molto duro con sé stesso e con i colleghi. Alla base delle sue azioni ha solo e soltanto la volontà di risolvere i casi e svelare i colpevoli"
Inedita l'accoppiata tra cucina e scrittura. Ti andrebbe di parlarcene nei dettagli?
"Questa "accoppiata" in realtà non è inedita: ci sono esempi romanzati di chef che diventano anche investigatori , ma l'idea mi sembrava troppo ovvia… poi uno o è chef oppure è investigatore! Invece l'idea di un poliziotto alla Serpico che utilizza il suo saper cucinare soprattutto, anzi esclusivamente, di piatti pugliesi, mi è venuta come ho già raccontato, appunto cucinando, ed ecco la lampadina… Come sarebbe stato risolvere un caso grazie alla realizzazione di un piatto?
Di lì nasce il personaggio, e tutto l'evolversi della storia del primo racconto che si snoda tra gli inizi della carriera di Pasquale, il ritorno a Bari e poi la missione in un ristorante stellato di Milano.
Ma il finale del libro "Assassina" è anche l'inizio del secondo racconto, "Grano Arso" (molto più interiore del primo in quanto tratterà di un caso, a prima vista irrisolto, di ben 30 anni prima, ambientato in una calda estate in Capitanata tra masserie abbandonate, campi di grano e silenzi assordanti di quegli anni).
Uno dei personaggi chiave del racconto (e lo capirà solo chi leggerà il racconto) è ispirato ad una persona che stimo e ammiro molto in quanto, come me, profondamente legate al territorio e alle nostre radici. Lui è Rosario Didonna.
Il finale del racconto dà l'incipit al terzo libro che pubblicherò ad Ottobre, in cui ci sarà un Pasquale più determinato ad eliminare tutto ciò che di negativo e pericoloso esiste nella sua vita. Ci riuscirà? Riuscirà nel suo intento, restando sempre rispettoso della legge e dei suoi principi? Chi leggerà vedrà"
Oltre ad essere un autore esordiente, sei anche un lettore? Cosa ti piace leggere in particolare?
"Autore è una parola troppo grossa, ho scritto solo due racconti per adesso, li ho pubblicati sulla piattaforma di Amazon e-devo dire la verità- non mi aspettavo che così tante persone li acquistassero e poi mi facessero i complimenti. A me non è mai piaciuto leggere qualsiasi opera letteraria in cui le descrizioni delle ambientazioni, dei personaggi o i ricordi del passato fossero la parte maggiore del racconto stesso.
Per intenderci, non mi piace che si scrivano 400 pagine di cui solo 30 sono di azione vera e propria. Il numero di pagine deve essere quello giusto per raccontare e dare la possibilità al lettore di immaginarsi le situazioni descritte. Non bisogna imporre un luogo, oppure descrivere per forza fisicamente un personaggio, altrimenti il lettore diventa troppo passivo davanti alla storia.
Per come mi piace scrivere, il lettore deve sentirsi parte integrante del racconto e della situazione che sta leggendo, quasi come in modalità interattiva, in quanto ci mette molto del suo. Io ho sempre letto con piacere, la biblioteca di casa dei miei o di casa mia è sempre piena di libri di tutti i generi, ma solo da pochi anni a questa parte mi sono reso conto che erano per lo più miei libri di ricette o gialli che io e mio padre divoravamo. Sin da ragazzo ho letto i libri di Camilleri, Conan Doyle e Salgari, con i loro racconti ricchi di avventura e fantasia.
Il libro di esordio di Andrea Camilleri, "La forma dell'acqua" è senza dubbio uno dei miei preferiti"
Utilizza tre aggettivi per descrivere i primi due libri da te realizzati.
"Appassionati, avvincenti, impensabili. Aggiungo anche la pugliesità, che è un elemento che li contraddistingue. Appassionati, perché li ho scritti appunto motivato dalla passione e non da ragioni economiche o altro. Partendo da idee e spunti diversi sono riuscito a creare una trama che fila abbastanza bene, scorrevole. Poiché ho visto che il racconto diventava sempre più avvincente, ho aggiunto anche alcuni spunti storici che fanno da collante alle situazioni, che a pensarci bene sono impensabili, visto che un poliziotto riesce ad ottenere risultati straordinari nella sua attività cucinando. Infatti il Vice Commissario Traversa non possiede grandi doti fisiche e non è un grande utilizzatore di armi, ma attraverso i suoi metodi molto "pugliesi" risolve casi difficili e complicati nel suo lavoro"
Quanto incide sui contenuti dei libri la tua origine cerignolana?
"Sono convinto che non bisogna mai nascondere o rinnegare le proprie origini, anzi è necessario mostrarle ed esserne sempre fieri. Le mie origini cerignolane incidono parecchio sui contenuti da me scritti: il mio impegno politico del passato e la volontà di far riemergere la fierezza del nostro territorio sono la dimostrazione concreta di quanto io ci tenga e ci abbia sempre tenuto. Oggi purtroppo stiamo vivendo un periodo in cui se dici "Sono di Cerignola" quasi devi vergognarti di questo, mentre io invece provo vergogna per chi, con i propri comportamenti, rende la nostra città (ed anche la Capitanata intera) una terra nuda e depredata. Bisognerebbe pensare che l'economia ed il benessere non girano soltanto intorno ai soldi, ma ci sono altri elementi non meno rilevanti come la cultura, l'arte, la buona cucina e la buona educazione. Ho avuto il piacere di inserire nei miei racconti un personaggio come Rosario Didonna, che spinge molto su questi temi, e come lui altri cerignolani affermati. Anche io, nel mio piccolo, vorrei mettere a disposizione ci che ritengo di saper fare: lavorare la terra, cucinare gli alimenti della nostra terra e scrivere di questa per darle il riconoscimento che merita"
Dopo l'estate Patrizio Maggio presenterà i suoi libri anche a Cerignola, ed invita chiunque abbia curiosità di immergersi nella lettura dei suoi racconti a partecipare. Noi ci saremo senz'altro.
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