
Territorio
Troppi impianti di energia rinnovabile in Puglia: a rischio biodiversità e paesaggio
In 25 anni sono stati autorizzati 1800 impianti, 11 nuovi progetti approvati di recente
Foggia - venerdì 19 dicembre 2025
14.26
La Provincia di Foggia è letteralmente invasa da impianti energetici. La Capitanata da questo punto di vista è un territorio preso d'assedio. A denunciare la situazione è la Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU).
Secondo l'associazione ambientalista il territorio della provincia di Foggia, con i suoi 1800 impianti autorizzati in 25 anni e gli 11 nuovi progetti autorizzati di recente dal Consiglio dei Ministri e localizzati in Puglia, sarebbe ormai saturo.
Rispetto al territorio regionale e nazionale, quello della provincia di Foggia è il più penalizzato poiché qui si concentra il maggior numero di impianti eolici, fotovoltaici e agrivoltaici.
La LIPU ha evidenziato le conseguenze negative di tale situazione a livello ambientale, in particolare sugli ecosistemi agricoli e di allevamento e sulla biodiversità. L'eccessiva presenza di impianti sul territorio rischia di favorire la completa estinzione di specie volatili già a rischio, come allodole, falchi, pernici di mare, occhioni.
Siamo di fronte ad una progressiva "industrializzazione" del paesaggio rurale, il che si traduce-nella pratica-in una mancata attuazione del Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia.
Guardandoci intorno, notiamo impianti agrivoltaici nel territorio di Troia ("Frutti antichi Troia", con una potenza di circa 21,9 MW), nel territorio tra Torremaggiore e San Severo (impianto da 80 MW), il progetto "Fv Cerignola", nel territorio di Cerignola (impianto da 140 MW) nel territorio tra Rignano Garganico e San Marco in Lamis (impianto da 60 MW), nel territorio di Foggia "Celone 02" (impianto da 38 MW), nel territorio di Ascoli Satriano (impianto da 96 MW con connessione a Melfi), nel territorio di Manfredonia, località Monachelle, (impianto da 50 MW).
Alla luce di ciò, La LIPU chiede che venga rivista la politica energetica nazionale e regionale per tutelare maggiormente la biodiversità e il territorio rurale. In tal senso l'associazione richiede anche che gli enti e le istituzioni preposte siano più presenti e attente alle valutazioni ambientali e paesaggistiche.
Secondo l'associazione ambientalista il territorio della provincia di Foggia, con i suoi 1800 impianti autorizzati in 25 anni e gli 11 nuovi progetti autorizzati di recente dal Consiglio dei Ministri e localizzati in Puglia, sarebbe ormai saturo.
Rispetto al territorio regionale e nazionale, quello della provincia di Foggia è il più penalizzato poiché qui si concentra il maggior numero di impianti eolici, fotovoltaici e agrivoltaici.
La LIPU ha evidenziato le conseguenze negative di tale situazione a livello ambientale, in particolare sugli ecosistemi agricoli e di allevamento e sulla biodiversità. L'eccessiva presenza di impianti sul territorio rischia di favorire la completa estinzione di specie volatili già a rischio, come allodole, falchi, pernici di mare, occhioni.
Siamo di fronte ad una progressiva "industrializzazione" del paesaggio rurale, il che si traduce-nella pratica-in una mancata attuazione del Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia.
Guardandoci intorno, notiamo impianti agrivoltaici nel territorio di Troia ("Frutti antichi Troia", con una potenza di circa 21,9 MW), nel territorio tra Torremaggiore e San Severo (impianto da 80 MW), il progetto "Fv Cerignola", nel territorio di Cerignola (impianto da 140 MW) nel territorio tra Rignano Garganico e San Marco in Lamis (impianto da 60 MW), nel territorio di Foggia "Celone 02" (impianto da 38 MW), nel territorio di Ascoli Satriano (impianto da 96 MW con connessione a Melfi), nel territorio di Manfredonia, località Monachelle, (impianto da 50 MW).
Alla luce di ciò, La LIPU chiede che venga rivista la politica energetica nazionale e regionale per tutelare maggiormente la biodiversità e il territorio rurale. In tal senso l'associazione richiede anche che gli enti e le istituzioni preposte siano più presenti e attente alle valutazioni ambientali e paesaggistiche.


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