Processo Black Land
Processo Black Land

Processo “Black land”: la madre terra da difendere

La lettera del Presidente Consorzio Pro Ofanto Michele MARINO


Avanti al Tribunale di Foggia si sta svolgendo, nel discreto silenzio dei media, un processo penale che, a distanza di due anni circa dall'apertura del relativo fascicolo, dovrebbe finalmente darci la verità su un fenomeno di contaminazione del territorio, risalente almeno alla fine degli anni '90.

E' facilmente ipotizzabile, oggi, considerato che la prima udienza si tenne il 26 novembre '14 (quasi un anno e mezzo fa), una conclusione simile o addirittura identica a quella del processo "Gomorra pugliese", Tribunale di Lucera – Corte d'Appello Bari: i fatti accaduti nel '97 riguardavano rifiuti del tipo fanghi, ceneri di combustione ed altri residui di lavorazione industriale. Nel 2004 l'imprenditore vicentino De Munari ed altri imputati venivano condannati per vari reati, ma nel 2006, in appello, l'imputato principale era "sempre malato", così che da Bari il processo torna a Lucera, ove si conclude per prescrizione.

Tale descrizione, amara ma reale, ci dimostra che la legislazione processuale penale è nient'affatto rigorosa, consentendo una serie di cavilli ed espedienti vari che avvocati difensori (si può immaginare molto ben remunerati) riescono a frapporre al naturale, rapido e giusto decorso del processo.

Quindi è indispensabile che la popolazione coinvolta faccia valere i propri diritti: a tal riguardo soccorre Don Luigi Ciotti ad affermare (intervista apparsa su Avvenire dell'8 c.m.) che occorre "impedire la rassegnazione" e "dare un segnale alla politica inerte, distratta o complice, salvo eccezioni". Ed ancora: "La petizione popolare nasce con l'intento di svegliare le coscienze e di saldare il contrasto alla criminalità con l'impegno sociale." E' del tutto evidente che vivere in un territorio sano e non inquinato, bere acqua potabile e nutrirsi di prodotti agroalimentari biologicamente puri significa qualità della vita, che deve essere a cuore ad ognuno di noi e non soltanto agli organi statali preposti.

Da almeno un ventennio le conseguenze nefaste, sotto il profilo della salute e sanitario, sono note a tutti : ogni famiglia ha/ha avuto un caso di tumore, linfoma o almeno un aborto causato da malformazioni genetiche. Ma indubbiamente dobbiamo constatare che non esiste una spiccata sensibilità al tema della tutela ambientale come se debba tuttora essere riservato a pochi ecologisti che lo fanno per passione o per politica. Invece c'è un senso di partecipazione attiva che si può riscontrare nella costituzione di parte civile nel processo black land su iniziativa del Consorzio Sviluppo sostenibile Valle dell'Ofanto e di altre associazioni, nonché del Comune di Cerignola e di altri enti locali.

Non è dato sapere quanti abbiano letto l'enciclica Laudato sì voluta da Papa Francesco, ma certamente la funzione cognitiva, ammonitrice (quello che sta accadendo alla nostra casa) ed educativa (puntare su un altro stile di vita) rischia seriamente di ridursi ad una vox clamans in deserto, in quanto l'opinione pubblica risulta assente, mentre necessita fare un salto di qualità, passando dall'attuale fase di incoscienza (o semi-incoscienza) e sostanziale disinformazione ad un sufficiente grado di conoscenza e di "responsabilità sociale" che permetta di rendersi conto della gravità di un problema che non è giammai personale o di una frangia di cittadini particolarmente sfortunati, bensì un fenomeno che investe un'area vasta che parte dal basso Molise per passare lungo il Vulture e la Capitanata e la B.A.T. ed arriva fino al salernitano.

E' perciò fortemente auspicabile che gli operatori dell'informazione siano più attenti e coerenti, ricercando le fonti delle notizie su sversamenti di circa 300.000 tonnellate di rifiuti tossici abusivi, presso gli organi tecnici o addetti alla sicurezza ed alla salute pubblica; come anche nel riferire sull'andamento del processo in atto o dei lavori delle Commissioni Parlamentari incaricate di indagare, non che sulle inchieste della D. I. A. Direzione Investigativa Antimafia.

Inoltre, invochiamo un maggiore, effettivo senso di responsabilità da parte degli organi regionali, tecnici = ARPA e amministrativi (Dipartimento Ambiente, Uff. Mafie sociali di nuova istituzione), dei Corpi statali e non (istituti di vigilanza sul territorio), associazioni di volontariato e ambientali, affinchè si vigili tutti per la difesa del suolo e delle acque non lesinando denunzie alla magistratura ed alle autorità locali, in osservanza ad obblighi professionali o generici, quali cittadini, che ognuno di noi deve lealmente porre in essere.

Siamo infine convinti che, forti del sostegno morale e spirituale della Curia vescovile di Cerignola – Ascoli Satriano e di un adeguato consenso che inizia proprio dall'Amministrazione comunale di Cerignola e particolarmente dall'Assessorato all'Ambiente, si possano svolgere manifestazioni pubbliche per la legalità, la tutela della salute pubblica e dell'ambiente, definite correttamente da Don Ciotti "una palestra di cittadinanza".

Michele MARINO

Presidente Consorzio Pro Ofanto
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