Chiara e Serena
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Chiara Occhiello, Presidente AIPD (Associazione Italiana Persone Down) di Cerignola: “Poche famiglie, ma unite e solidali”

Tra difficoltà e voglia di crescere, l’associazione conta di raggiungere un maggior numero di famiglie e utenti

A Cerignola ci sono tante realtà associative che meritano attenzione e considerazione per il lavoro che svolgono quotidianamente a favore delle categorie più deboli e svantaggiate, e che si prodigano per chi ha bisogno pur stando lontano dai "riflettori" dei media.

Tra le associazioni no profit cerignolane vogliamo parlarvi oggi dell'AIPD (Associazione Italiana Persone Down) di Cerignola, nata per soddisfare le esigenze di aggregazione e confronto tra le famiglie di ragazzi/e con la sindrome di Down. Chiara Occhiello, da poco Presidente dell'associazione, ci ha illustrato come si svolgono le attività e quali sono le finalità e gli obiettivi delle famiglie che ne fanno parte.

Chiara, potresti parlarci dell'associazione AIPD Cerignola: quando è nata, come è organizzata, quanti operatori ci lavorano e quante famiglie ne sono coinvolte?

La nostra associazione è nata a Gennaio 2020, proprio a ridosso della pandemia. Si tratta di un'associazione voluta da alcune famiglie con figli o famigliari con la sindrome di Down. Nello specifico, al momento siamo otto famiglie, mentre le operatrici/educatrici sono quattro. Non avendo una sede, siamo ospitati presso la Parrocchia dello Spirito Santo di Don Vincenzo Dercole: nei locali parrocchiali i nostri ragazzi svolgono le varie attività.

I laboratori si tengono tre volte alla settimana: i ragazzi, guidati dalle educatrici, si cimentano in attività di scrittura, pittura, ma anche in attività specifiche per promuovere e svilupparne l'autonomia come l'accompagnamento al supermercato, la gestione dei soldi, la partecipazione a momenti diversi della vita quotidiana.

Le attività sono svolte grazie al sostegno del PROVI (progetto di vita indipendente), promosso dalla Regione Puglia, un fondo che ci permette di retribuire le operatrici e provvedere ad alcune spese minime.

Per il resto, noi famiglie ci autofinanziamo, e chiaramente abbiamo sempre bisogno di aiuto. Ogni famiglia cerca di fare quello che può, ma siamo persone umili e facciamo i salti mortali per sopperire alle spese necessarie per assicurare ai nostri ragazzi una vita il più possibile normale e dignitosa.

Quali sono gli obiettivi futuri dell'associazione, anche riguardo all'inserimento lavorativo dei ragazzi?

Più che l'inserimento lavorativo vero e proprio, i nostri obiettivi principali riguardano l'orientamento al lavoro e il potenziamento dell'autonomia per la vita quotidiana.

Chiara, tu sei mamma di Serena, una ragazza di 23 anni con la sindrome di Down. Quali sono le difficoltà che hai dovuto affrontare sino ad ora nel tuo percorso genitoriale?

Mia figlia Serena ha 23 anni: insieme ne abbiamo passate tante! Lei ha avuto problemi di salute abbastanza gravi, questo ha rallentato un po' la sua crescita e lo sviluppo cognitivo. Ma le sue tappe e i traguardi importanti Serena li ha raggiunti tutti. Devo dire che in questo siamo state anche fortunate, perché- a differenza di altri ragazzi "speciali" costretti a cambiare spesso insegnante durante il percorso scolastico- Sara ha avuto un'unica docente di sostegno che l'ha accompagnata fino alle superiori. L'esperienza scolastica di Serena a scuola è stata molto positiva: amata e benvoluta da tutti i compagni di classe, si è abbastanza integrata, con un piccolo gruppo faceva le uscite.

Chiaramente le difficoltà per chi ha un figlio "speciale" sono tante, per questo abbiamo voluto creare un'associazione che potesse aiutare le famiglie di questi ragazzi a creare momenti di confronto ed aggregazione utili per la loro crescita e il benessere psico-fisico. Mia figlia, ad esempio, attraverso le attività dell'associazione ha conosciuto un ragazzo e si sono innamorati. Stanno vivendo una storia, io vedo che è contenta e, pur se da lontano la sorveglio, sono felice che abbia trovato l'amore. Ecco, la nostra associazione serve anche a favorire amicizie, affinità, amori.

Quanto è importante, per i ragazzi con la sindrome di Down, incontrarsi e condividere momenti e spazi di aggregazione e socializzazione?

Tantissimo, davvero. Direi anzi che è fondamentale. Per loro è importante uscire, andare al bar, andare a fare la spesa: queste attività quotidiane li aiuta a comunicare tra loro e con gli altri. Quando finiscono le scuole, questi ragazzi sono costretti a trascorrere tanto tempo a casa, in quanto non tutte le famiglie possono permettersi attività a pagamento, e non è certo facile trovare un lavoro. Ecco perché abbiamo costituito un'associazione, per far sì che i ragazzi possano incontrarsi e socializzare. Al momento abbiamo solo un caso di inserimento lavorativo, speriamo che possano esserci nuove opportunità professionali per altri in futuro.

Come presidente dell'associazione, quali sono le maggiori criticità che hai riscontrato?

Purtroppo l'associazione è nata a ridosso della pandemia, siamo ancora "piccoli" ma abbiamo tanta voglia di crescere. Non avendo ancora una sede, per le famiglie che vogliono raggiungerci questo rappresenta un problema, ma per il futuro speriamo di ingrandirci, di avere nuove risorse, sia economiche che di persone che possano aiutarci e sostenere le nostre attività.

Chiara Occhiello è una donna e una mamma straordinaria, sicuramente una guida preziosa per l'associazione, che con lei potrà raggiungere nuovi e importanti traguardi.
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