Elena Gentile
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Elena Gentile, dopo la rottura col PD, parla ai cittadini

Gentile: La mia esperienza istituzionale è giunta al capolinea, hanno vinto i mediocri, quelli che hanno violato regolamenti e sconfessato accordi politici

Le parole di Elena Gentile, ex assessore regionale, ex europarlamentare, candidata alle primarie contro Michele Emiliano per la presidenza della regione Puglia alle regionali 2020, in un video diffuso a mezzo social dopo la totale rottura con il PD che non l'ha voluta come candidata al Consiglio regionale. Un discorso di circa 5 minuti che inizia con il ricordo, rivolto in particolar modo a coloro che non vogliono ricordare, dei momenti di gloria che hanno caratterizzato le tappe della carriera politica della Gentile segnate dalla apertura del nuovo ospedale "G. Tatarella" di Cerignola.

«L'ospedale di Cerignola ha conosciuto il suo momento migliore negli anni che vanno dal 2005 al 2014, tralascio la storia che ha preceduto l'attivazione di tanti nuovi sevizi e nuovi reparti , ma è giusto ricordare a chi non sa , a chi non ricorda e a chi fa finta di non ricordare, che fu l'allora sindaca Elena Gentile, nel 1991, ad avviare l'iter definitivo per la costruzione del nuovo ospedale.
Reparti nuovi, come otorino laringoiatria, oculistica, urologia, fibrosi cistica, servizi nuovi come senologia e tossicologia, la pista di elisoccorso e, in quel periodo certamente tra i più difficili per la sanità pugliese, le risorse umane necessarie perché un ospedale di base come era il vecchio ospedale Tommaso Russo divenisse ospedale di primo livello».

Elena Gentile analizza in modo critico l'operato della Direzione Generale della ASL Foggia sottolineando le grandi sconfitte a partire dall'anno 2014, i servizi negati alla comunità, i reparti chiusi e le forti carenze di una struttura ospedaliera voluta e realizzata per essere ospedale di primo livello. Parole al vetriolo contro la politica sanitaria regionale e provinciale, parole tese ad evidenziare l'inefficienza di una classe politica distratta e opportunista, ad accendere i riflettori sulla totale assenza da parte di coloro che oggi sono in lista per essere eletti nel consiglio regionale.

«Dall' 1 luglio 2014, cioè dal giorno in cui eletta al Parlamento Europeo lasciai la giunta regionale pugliese, è iniziato il lento e inesorabile declino dell' ospedale di Cerignola. Reparti di fatto chiusi e mai riaperti come quello di ortopedia, servizi depotenziati, ultimo dei quali il servizio del centro trasfusionale, personale medico ed infermieristico in fuga tanto da non poter garantire il funzionamento delle sale operatorie. È di queste ore la proposta di interrompere le attività dei reparti di pediatria, neonatologia e fibrosi cistica, quest'ultima fiore all'occhiello della sanità pugliese.
L'ospedale è purtroppo destinato inesorabilmente a proseguire nel suo declino e forse, in un giorno non molto lontano, a chiedere definitivamente i suoi battenti.
Chi si è preoccupato in questi anni, non dico della sua ulteriore crescita, ma almeno di spendere una qualche attenzione per impedirne la fine? Chi tra quelli che dal 2014 detengono il potere nella nostra provincia? Chi ha mosso un solo dito tra coloro i quali avevano ruolo politico e di governo? Nessuno! Né ovviamente si è mossa la folta schiera di congiurati che si è spesa con tanta determinazione solo per raggiungere l'obiettivo della mia delegittimazione politica e personale».

La parole finali del video messaggio tuonano dure e accusatorie nei confronti degli attori politici protagonisti in questi mesi di campagna elettorale definiti "mediocri", nei confronti della direzione generale della ASL in cui primeggiano "adulatori e questuanti".

«Al Presidente Emiliano rivolgo ancora una volta l'invito a liberarsi di questa zavorra, a cominciare dal direttore generale della ASL FG e di tutti i questuanti e adulatori di cui, purtroppo si è circondato.
La mia esperienza istituzionale è giunta al capolinea, hanno vinto i mediocri, talvolta capita, quelli che terrorizzati dal mio possibile ritorno in consiglio regionale hanno deciso, violando regolamenti e sconfessando accordi politici assunti alla luce del sole, che io non potessi o dovessi dare il mio contributo di idee al mio partito e al mio schieramento politico ma, in modo particolare, alle politiche sanitarie della mia regione, della mia provincia, della mia città.
Io che all'ospedale "Tatarella" di Cerignola sono stata sempre legata perché mi ha permesso di vivere una straordinaria esperienza professionale, io che per quell'ospedale ho speso tutta la mia passione politica e tutta me stessa continuerò, anche fuori dal campo di gioco, a fare fino in fondo il mio dovere».
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