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Territorio
Siccità, scenario critico in Capitanata: l’allarme della Coldiretti Puglia
Nelle dighe del Foggiano ci sono quasi 60 milioni di metri cubi d’acqua in meno rispetto all’anno scorso
Foggia - lunedì 16 giugno 2025
12.45 Comunicato Stampa
Si è fatta drammatica la situazione in Puglia sul fronte siccità, nonostante le precipitazioni di maggio, pari a 43,6 millimetri in media siano state superiori del 32% rispetto alla media storica e con una distribuzione piuttosto omogenea, tranne che sul Tavoliere, dove sono state più scarse in media pari a 30 millimetri, scenario critico che impone di investire in manutenzione del territorio, infrastrutturazione idraulica ed innovazione, perché senza acqua non c'è cibo.
E' Coldiretti Puglia ad affermarlo, in occasione della giornata mondiale per combattere desertificazione e siccità che ricorre il 17 giugno, quando nelle dighe della Capitanata ci sono quasi 60 milioni di metri cubi d'acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
La Capitanata combatte da due settimane una guerra impari con temperature straordinarie (37°- 38°) e con accumuli d'acqua, che probabilmente non basteranno nemmeno a soddisfare il fabbisogno potabile nei prossimi mesi – denuncia Coldiretti Puglia - senza contare i danni ad un'agricoltura già compromessa da oltre un anno di siccità; gli invasi foggiani trattengono ora volumi idrici, pari a 104 milioni di metri cubi d'acqua.
L'Associazione Nazionale delle Bonifiche evidenzia come sia stato uno studio dell'Università di Trieste ad indicare il peso economico dell'irrigazione a partire dall'effetto prodotto sul valore dei suoli agrari, stimando una relazione statisticamente significativa fra il VAM (Valore Agricolo Medio) di una coltura e la possibilità di irrigarla.
Dall'analisi emerge che il valore agricolo medio delle colture economicamente più importanti, come seminativo, frutteto, orto, prato si aggira sui 40.000 euro ad ettaro, con un massimo al Nord pari a 52.000 euro/ha e il minimo nel Centro, 20.000 euro/ha. La presenza dell'irrigazione discrimina in modo significativo il valore, introducendo una differenza fra irriguo e non irriguo pari mediamente a 13.500 euro/ha; in termini percentuali tale "forbice" è più elevata al Centro-Sud (60-80%) rispetto al Nord (39%) a causa delle sempre più marcate differenze climatiche.
Il beneficio prodotto dall'irrigazione si differenzia, oltre che per latitudine geografica anche per colture praticate: nei seminativi, mediamente, l'incremento di valore riconducibile all'irrigazione è pari a circa il 27%. Il contributo massimo si registra per i suoli a colture specializzate: frutteto (+35%) e orto (+82%); significativo è pure il contributo fornito al valore dei prati (+48%) che, nel Nord, richiedono elevati volumi d'acqua.
Intanto, Coldiretti ha sensibilizzato il Governo ad accelerare nell'erogazione degli aiuti sulle assicurazioni e ad agevolare una riforma del sistema della gestione del rischio, che proprio a causa degli effetti dei cambiamenti climatici si è trovato a dover fronteggiare situazioni mai vissute prima. Basti pensare che il valore assicurato delle produzioni agricole per l'anno 2024 ha raggiunto i 10 miliardi di euro per circa 65 mila imprese agricole.
E' Coldiretti Puglia ad affermarlo, in occasione della giornata mondiale per combattere desertificazione e siccità che ricorre il 17 giugno, quando nelle dighe della Capitanata ci sono quasi 60 milioni di metri cubi d'acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
La Capitanata combatte da due settimane una guerra impari con temperature straordinarie (37°- 38°) e con accumuli d'acqua, che probabilmente non basteranno nemmeno a soddisfare il fabbisogno potabile nei prossimi mesi – denuncia Coldiretti Puglia - senza contare i danni ad un'agricoltura già compromessa da oltre un anno di siccità; gli invasi foggiani trattengono ora volumi idrici, pari a 104 milioni di metri cubi d'acqua.
L'Associazione Nazionale delle Bonifiche evidenzia come sia stato uno studio dell'Università di Trieste ad indicare il peso economico dell'irrigazione a partire dall'effetto prodotto sul valore dei suoli agrari, stimando una relazione statisticamente significativa fra il VAM (Valore Agricolo Medio) di una coltura e la possibilità di irrigarla.
Dall'analisi emerge che il valore agricolo medio delle colture economicamente più importanti, come seminativo, frutteto, orto, prato si aggira sui 40.000 euro ad ettaro, con un massimo al Nord pari a 52.000 euro/ha e il minimo nel Centro, 20.000 euro/ha. La presenza dell'irrigazione discrimina in modo significativo il valore, introducendo una differenza fra irriguo e non irriguo pari mediamente a 13.500 euro/ha; in termini percentuali tale "forbice" è più elevata al Centro-Sud (60-80%) rispetto al Nord (39%) a causa delle sempre più marcate differenze climatiche.
Il beneficio prodotto dall'irrigazione si differenzia, oltre che per latitudine geografica anche per colture praticate: nei seminativi, mediamente, l'incremento di valore riconducibile all'irrigazione è pari a circa il 27%. Il contributo massimo si registra per i suoli a colture specializzate: frutteto (+35%) e orto (+82%); significativo è pure il contributo fornito al valore dei prati (+48%) che, nel Nord, richiedono elevati volumi d'acqua.
Intanto, Coldiretti ha sensibilizzato il Governo ad accelerare nell'erogazione degli aiuti sulle assicurazioni e ad agevolare una riforma del sistema della gestione del rischio, che proprio a causa degli effetti dei cambiamenti climatici si è trovato a dover fronteggiare situazioni mai vissute prima. Basti pensare che il valore assicurato delle produzioni agricole per l'anno 2024 ha raggiunto i 10 miliardi di euro per circa 65 mila imprese agricole.