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Coronavirus: stop a far west su prezzi latte e mancato ritiro di prodotto

Coldiretti Puglia: supermercati scelgano made in italy, due effetti che il comparto lattiero – caseario sta vivendo in Puglia in questo momento di difficoltà

Stop al far west sui prezzi del latte e al mancato ritiro di prodotto, due effetti che il comparti lattiero – caseario sta vivendo in Puglia in questo momento di difficoltà a causa dell'emergenza Coronavirus. E' quanto denuncia la Coldiretti Puglia di fronte alle comunicazioni unilaterali di variazione al ribasso del prezzo alla stalla, di riduzione delle quantità fino ad arrivare al mancato ritiro che i trasformatori stanno inviando agli allevatori, mettendo a rischio la sopravvivenza e il lavoro di oltre 30mila aziende zootecniche, senza considerare l'indotto.

"All'emergenza prezzi al ribasso si aggiunge il problema grave che molte partite di prodotto non riescono a trovare acquirenti e molti caseifici stanno comunicando agli allevatori la decisione unilaterale di sospendere il ritiro del latte. Se il latte non viene ritirato va buttato, con l'aggravante che è considerato un rifiuto. Comprendiamo la situazione di criticità che tutti i segmenti della produzione sono costretti a vivere e ad affrontare per colpa del coronavirus, ma a pagarne le spese non può solo l'anello più debole della filiera. Piuttosto, in questo momento di difficoltà bisogna attivarsi insieme, allevatori e trasformatori, per profilare percorsi che sostengano l'economia, il lavoro ed il territorio", dichiara il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. "Chiediamo a supermercati, ipermercati e discount di aderire con atti concreti alla campagna di mobilitazione #MangiaItaliano privilegiando negli approvvigionamenti sugli scaffali le mozzarelle e i formaggi con il latte pugliese al posto di quelle ottenute da cagliate straniere", insiste il presidente Muraglia.

Il paradosso infatti è che dalle frontiere italiane passano comunque milioni di litri di "latte equivalente" tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, a prezzi stracciati per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all'insaputa dei consumatori.

"Chiediamo che vengano intensificati i controlli, che venga verificata la destinazione finale di questo latte straniero di dubbia qualità – aggiunge il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni - anche per garantire la reale applicazione del Decreto sull'indicazione obbligatoria dell'origine del latte in etichetta, una infallibile cintura di sicurezza per i nostri allevatori che devono poter competere alla pari e per la salute dei consumatori e scegliere in maniera consapevole quello che acquistano e mangiano. Le modifiche unilaterali al ribasso del prezzo del latte aggravano una situazione di mercato già in bilico", conclude il direttore Piccioni.

Serve una mobilitazione dell'intera filiera per difendere la principale ricchezza del Paese che con la filiera allargata dai campi agli scaffali fino alla ristorazione vale 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil e offre lavoro a 3,8 milioni di persone. Un patrimonio – sottolinea la Coldiretti – messo a rischio dall'espansione del Covid-19 che sta provocando gravi difficoltà produttive, logistiche.

All'iniziativa, che vede schierati in prima linea i mercati degli agricoltori e gli agriturismi di Campagna Amica, stanno aderendo – conclude la Coldiretti - numerosi volti noti della televisione, del cinema, dello spettacolo, della musica, del giornalismo, della ricerca e della cultura.
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