Francesco Giordano
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Attualità

Francesco Giordano, compositore di Cerignola: “Sono un ingegnere a tempo pieno e musicista a tempo perso”

Il suo ultimo progetto, “Armonia meccanica”, è il risultato di un percorso di ricerca cominciato anni fa

Su tutte le piattaforme musicali e digital stores "Armonia meccanica" è disponibile il primo album strumentale ufficiale del compositore cerignolano Francesco Giordano, alias Memento Pianist.

Nato a Cerignola nel 1992, Francesco all'età di soli quattro anni suona i primi brani ad orecchio su pianola.

A nove anni intraprende gli studi privati di pianoforte, a cui aggiunge in seguito-da autodidatta-quelli della chitarra classica, batteria elettronica, della produzione musicale e degli arrangiamenti.

Nel 2003 costituisce un duo musicale, e negli anni successivi entra a far parte di varie formazioni locali, in veste di tastierista. Dopo il conseguimento della laurea magistrale in Ingegneria civile, Francesco impara a conciliare la professione con gli impegni musicali, che prosegue con passione ed entusiasmo.

A seguito dell'iscrizione alla SIAE come autore e compositore, nel 2016 registra e pubblica, esclusivamente in streaming sulla piattaforma YouTube, l'album demo "Falso d'autore", completamente autoprodotto.

Sotto lo pseudonimo di "Memento Pianist", a partire dal 2018 pubblica cover pop ri-arrangiate per pianoforte a due/quattro mani sulle principali piattaforme streaming musicali. E' frequente anche la sua partecipazione a vari concorsi musicali, in cui ottiene sempre ottimi riscontri e riconoscimenti.

Abbiamo chiesto a Francesco di raccontarci qualcosa di lui, della sua passione per la musica e dei suoi obiettivi futuri.

Ciao Francesco. Potresti raccontare ai nostri lettori la tua recente esperienza ed il nuovo progetto musicale che hai intrapreso?

"Con molto piacere! L'idea di partenza da cui ha preso origine il progetto è stata quella di realizzare un album in totale autonomia, con un concetto ben chiaro di suono e conseguenzialità dei brani, senza cadere nelle logiche di brani estemporanei che rincorrano le mode ed i ristretti tempi imposti dai social e dalle piattaforme, che conferiscono alla musica strumentale un aspetto di mero sottofondo a vago uso e consumo. La gestazione così lunga del progetto "Armonia meccanica" è appunto la testimonianza di un percorso di ricerca che è partito anni fa e qui approdato"

La seconda domanda attiene ai tuoi esordi e la passione per la musica che-a quanto pare- ti anima sin da piccolo. Cosa è per te la musica oggi e come ti definiresti?

"La mia passione per la musica trae origine da una tendenza innata, manifestata appunto intorno all'età di 4 anni, quando già riproducevo canzoni ad orecchio. Il primo brano di cui ho memoria è "Ti amo ancora di più" di Riccardo Cocciante, che per me è stato una vera e propria folgorazione. Da lì in poi, grazie agli studi privati e al pianoforte presente a casa dei miei nonni, la passione per la musica si è alimentata e sviluppata ancora di più. Durante l'adolescenza, poi, il percorso si è arricchito con la scrittura, lo studio delle tecniche di registrazione e di produzione, e con numerosi tentativi di rendere la musica una professione, pur non avendo frequentato il Conservatorio. Ad oggi, posso dire che la musica è una compagna di vita molto presente nonché il mio porto sicuro, avendo la fortuna di viverla pienamente nel mio tempo libero. Se gli hobby vanno coltivati secondo la moltitudine nel tempo "perso", nell'ottica di dare una valenza positiva a questo tempo libero, allora credo sarebbe opportuno fregiarsi della definizione di "ingegnere a tempo pieno e musicista a tempo perso", a sottolineare la pura passione che mi accompagna da sempre".

Circa i tuoi prossimi obiettivi professionali, come ti immagini tra una decina di anni?

"Sicuramente c'è sempre l'ambizione di puntare alle colonne sonore e le sincronizzazioni in genere, dato che con questo album strumentale ho inseguito e scoperto un concetto di musica molto cinematico e cinematografico. Sicuramente, prima o poi, tornerò al mondo del solo piano a cui, volente o nolente, sono indissolubilmente legato. Mi auguro che questo sia il primo di una lunga serie di album e, chissà, di inaugurare- come già sta avvenendo con le registrazioni di questi giorni- un progetto parallelo più cantautorale, con l'aggiunta di testi cantati che mi consentano di ampliare la possibilità di espressione artistica"

Hai avuto maestri e coach che ti hanno particolarmente aiutato nel percorso musicale che hai intrapreso?

"Ringrazierò sempre le mie due nonne per avermi regalato, rispettivamente, la prima pianola e il primo pianoforte, concedendomi la chiave per entrare nel mondo della musica. Sicuramente una parte importante del percorso pianistico è legata all'insegnante Maria Rosaria Argentino e, in età successiva, per quel che concerne il canto, alla scuola di musica "Max Music Academy" di Cerignola. Di notevole e fondamentale importanza è stata anche la conoscenza dei miei primi editori, il chitarrista Pierluigi Colangelo, al quale devo la scoperta del mondo della pubblicazione musicale, ed il pianista Giovanni Valle. Altre esperienze fondamentali sono state quelle di pubblicazione con il team di Orangle Records, le sessioni di registrazione altamente formative al Mast Studio di Bari e le preziose dritte dei libri di Massimo Bonelli"

Ci sono musicisti a cui ti ispiri e a cui ti senti particolarmente vicino?

"Indubbiamente, come confermato dall'album pubblicato di recente, tra i musicisti a cui mi ispiro troneggiano Federico Albanese (con menzione speciale per la sua "Unicorn" che, statistiche alla mano, è il brano che solitamente ascolto di più), Ezio Bosso, Ludovico Einaudi, Dardust e Moby. Tuttavia, credo che l'album risenta sicuramente delle influenze di altri artisti come Robert Miles, i Kraftwerk, Hans Zimmer, Ennio Morricone, Stefano Bollani, Nicola Piovani, Sergio Cammariere, Raphael Gualazzi (al quale mi lega anche l'esperienza del primo concerto a cui ho assistito come spettatore pagante ai tempi di "Reality and fantasy") e dei Pink Floyd.

Di recente, inoltre, sono letteralmente preso dalla scoperta di Gaia Banfi e Daniela Pes, due artiste che si sono appena affacciate al mondo della musica con lavori che reputo di una bellezza spiazzante. Infine, una menzione speciale merita il mio artista preferito in assoluto, ossia Vinicio Capossela, il quale- insieme a Samuele Bersani- guida i miei ascolti più cantautorali ed ha rappresentato, con il suo album "Ovunque proteggi", la mia vera e propria svolta in fatto di ascolti e concezioni della musica".
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