marcia della pace
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Vita di città

La pace si insegue, dalle parole ai fatti

Alcuni modi non fanno parte del modo di ricerca della pace, ma la verità serve sempre ed è giusto che sia proferita. Un compito arduo per tutti.

La pace e il mese di gennaio vanno di pari passo da un cinquantennio esatto. Da quando si istituì, nel primo giorno dell'anno - quasi a voler rimarcare la prima scelta a cui dover adempiere in una scala di valori e compiti, la Giornata Mondiale della Pace. La prima volta, il beato Papa Paolo VI scrisse il messaggio rivolgendosi a tutti i popoli, non solo cattolici, "è emerso chiarissimo che la pace è l'unica vera linea del progresso umano", declinando ogni pensiero diverso, secondo il quale si può credere "ad una risoluzione delle controversie internazionali, soltanto attraverso forze deterrenti e micidiali, tralasciando i diritti umani di ciascun individuo". Parole datate, ma quanto mai attuali.

Ieri a Cerignola si è svolta la marcia della pace ma non sembra che in città si viva in un contesto applicabile a questo modus operandi del mondo cattolico, che vive comunque del bisogno di tutte le parti per poter vincere ogni sorta di male, sulla Terra.
Siamo in un paese democratico, ci continuano a sostenere, per cui è giusto che ognuno riporti la sua opinione, per cui nessuno è attaccabile per quello che proferisce, se è strettamente attinente all'argomento (e se è un messaggio portatore di pace), ma è chiaro che a volte con le parole si possono "uccidere" le persone e, spesso, le peggiori guerre quotidiane nascono proprio dal proferire frasi a seconda del proprio interesse. La pace, secondo il mio modesto parere, ha bisogno della moderata presenza di verità e carità. Difficile da dire, ma soprattutto da fare, lo so benissimo, ma il desiderio-pensiero personale è quello che si possa davvero credere ad un mondo diverso, fatto di pace, partendo dalle case, dai palazzi, dalle parrocchie, dai quartieri, dalle città, fino ad arrivare ad ogni angolo sperduto di questo mondo.
Ieri un parroco affermava il dovere di tutti, anche dell'amministrazione nella persona del Sindaco, di stringere un patto di legalità, anche firmando un protocollo, oggi arriva la risposta del primo cittadino, in un comunicato stampa che, per dovere di cronaca, riportiamo in fondo.
A voi, cari lettori, le conclusioni.

Questo, per intero, il comunicato inviato alla nostra redazione.
"LA MIA PACE. La pace non e' l'antitesi della guerra, non solo. Non e' solo non violenza. La Pace e' di piu'. E' solo una parola, se non e' riempita dalla giustizia. Dalla eguaglianza tra gli uomini . Dal rispetto della dignità di tutti. Costruttori di pace sono le nostre onorate divise militari, che scavano tra le macerie. Che portano speranza in terre devastate dalla guerra, fuori dai confini della Patria, dove in questo momento non si sfila, ma si rischia la propria vita. Che pace vivono coloro che non hanno reddito, vivono di misere pensioni, aspettano un lavoro non precario, non ipotetico ? Pace portano a Tre Titoli gli uomini e le donne volontari della Protezione Civile di Cerignola, la Croce Rossa di Cerignola, gli uomini e le donne in divisa della Polizia Municipale di Cerignola. Artigiani della Pace non sono gli agit-prop di un partito politico, che mettono il proprio abito a servizio di una parte politica. Pace e' dire il vero. Testimoniare per la pace e' negare, respingere, denunciare la corruzione e i tentativi di corruzione . Pace e' un nuovo cantiere. Pace sono le regole, non solo quelle penali, ma soprattutto quelle morali. Pace e' rispettare il bene comune. Pace e' darsi regole anche minime e rispettarle. Pace e' unire e non dividere. Dare del malvivente a tutti, non e' portare pace, ma costruire violenza. La violenza della bugia, del falso strumentale, della diffamazione. Pace e' rispetto per gli altri, rispetto del proprio ruolo, del proprio compito. Pace e' negare la logica della consorteria. Per la quale ciò' che fanno i miei Compari e' giusto, a prescindere; ciò che fanno gli altri e' insopportabile violenza. Pace e' lasciare il proprio redditizio lavoro per darsi anima e corpo al bene comune. Sbagliando anche , ma con animo generoso ed intento sincero. La mia pace e' posare il capo sul cuscino, dopo la preghiera notturna, con la coscienza tranquilla. Pace e' – per me – indignarsi. Contro chi scrive che Cerignola sia regno incontrastato di violenza ed illegalità. Esaltando le misere gesta di pochi criminali, che non sono una esclusiva di questa città, ma fenomeno sociale diffuso e diffuso dappertutto. Contro chi dimentica quanto bene ci sia in questa città, quanti siano gli uomini e le donne di buona volontà, le anime belle ed ammirevoli. Sfreggiare il volto di una Citta', e' un atto di indicibile ingiustizia e violenza. Auto attribuirsi il monopolio del bene e' atto di incommensurabile prepotenza ed arroganza. Negare quel che fanno tutte le Forze dell' Ordine, ogni giorno, e' mentire spudoratamente e strumentalmente. Chiedere al Sindaco di firmare protocolli di legalità, negandogli il minimo cenno quando il Sindaco respinge e denuncia atti di corruzione , solo perché' l' atto di legalità e' compiuto da chi non appartiene alla propria parte politica, e' gesto miserabile e miserevole. Il nostro Dio, Dio della Pace,e' anche quello che maledisse i sepolcri imbiancati, scacciò i mercanti dal Tempio. E non sarei proprio certo che qualche mercante non infesti ancora qualche Tempio. Questo penso. Questo dico. Questo rispondo ad un inappropriato comizietto, che ieri sera ha turbato una buona iniziativa. Questa, credo, sia una verità. Se proclamarla e' un atto di violenza, sol perché' non condivisa universalmente , non e' un mio problema . Ma solamente il segno che non basta avere in bocca la parola Pace, per essere autentico costruttore di Pace".
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