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Lectio Magistralis "Ero straniero e mi avete accolto" -VIDEO-
La Lectio Magistralis intitolata "Ero straniero e mi avete accolto" tenuta da Don Giacomo Cirulli presso la Sala Convegni del Polo Museale Civico, organizzata dallo Sportello Immigrazione "S. Fumarulo"
Cerignola - venerdì 17 novembre 2017
16.27 Comunicato Stampa
La Lectio Magistralis intitolata "Ero straniero e mi avete accolto" tenuta da Don Giacomo Cirulli presso la Sala Convegni del Polo Museale Civico, organizzata dallo Sportello Immigrazione "S. Fumarulo" ha visto la partecipazione di una folta platea composta da cittadini, politici, fedeli appartenenti alla religione cattolica, valdese e musulmana.
Intenso momento introdotto dal responsabile dello Sportello Immigrazione "S. Fumarulo" dott. Marcello Colopi che, dopo aver salutato la platea, ha subito introdotto la rappresentante della comunità Valdese Dott.ssa Nataly Pladan. Discorso molto sentito e appassionato capace di colpire, sin dalle prime parole, l'attenta platea e di entrare nell'argomento "accoglienza" non in punta di piedi ma con travolgente passione ed enfasi.
La testimonianza di Isa ha toccato la sensibilità di molti, in particolar modo di quanti conoscono il dramma dell'imbarco degli immigrati ma non la tragedia della "deportazione" obbligata, non volontaria, in cui l'essere umano perde lo status di persona diventando oggetto alla mercé della violenta criminalità che ha il solo fine di trasferire "carne umana" da una nazione all'altra, da un continente all'altro distruggendo diritti, calpestando affetti, annullando legami familiari.
I saluti istituzionali dell'Assessore alle Politiche Sociali e del Lavoro Rino Pezzano hanno sottolineato l'importante lavoro dello Sportello Immigrazione di Cerignola e la determinante valenza della rete sociale che opera nel territorio, capace di costruire progetti importanti per sopperire ai bisogni delle fasce più deboli, più disagiate, più ai margini della povertà e, nel caso specifico, alle importanti richieste di aiuto provenienti dal complesso mondo dell'immigrazione.
Il Dott. Colopi ha introdotto l'intervento di Mons.Giacomo Cirulli, ricordando il capillare lavoro sociale svolto negli anni dal già Parroco della Parrocchia di S. Antonio, focalizzando l'attenzione sulle missioni di carità messe in atto da Don Giacomo, sui primi centri di accoglienza ad immigrati costituiti dalla Caritas cui Don Cirulli ne fu Direttore, fino alla grande e duratura missione in Albania. Introduzione, quella del Dott. Colopi, ricca di date, di numeri, di opere.
Mons. Giacomo Cirulli introduce il tema "Ero forestiero e mi avete accolto" ricordando la figura di Mons. Giovan Battista Pichierri, già Vescovo di Cerignola, pioniere delle prime importanti opere di Carità, buonista per eccellenza e attento trascinatore nella fede. Introduce subito la figura dello Straniero nelle sue condizioni, di passaggio, di residente enunciate nelle Sacre Scritture fino a giungere al primo straniero che portò il popolo di Dio nella Terra Promessa, Abramo. Nei confronti dello straniero, nelle Sacre Scritture, è sempre stato forte e presente il principio dell'accoglienza ad opera di Abramo e della sua discendenza perché Dio si è sempre posto come difensore dello straniero, vendicatore dello straniero, tanto da definirlo "Figlio prediletto".
Il messaggio di Mons. Giacomo Cirulli scuote la platea nel momento in cui afferma che non tutti siamo figli prediletti di Dio "anche in questa sala non tutti siamo i prediletti, come un genitore aiuta facendo l'impossibile per il figlio più in difficoltà tralasciando gli altri figli pur amandoli, come quel figlio più bisognoso di aiuto diventa il prediletto, nello stesso modo Dio ritiene i Suoi prediletti i figli piu bisognosi, i più poveri, i più emarginati e quindi gli stranieri... chi si interessa di aiutare i figli prediletti di Dio diventa il prediletto".
"Ero affamato e mi hai dato da mangiare, ero assetato e mi hai dato da bere... tutto ciò che hai fatto all'ultimo dei miei fratelli lo hai fatto a me", su questo passo del Vangelo si basa e si perfeziona la cultura dell'accoglienza, ripresa nei nostri giorni da Papa Francesco che la coniuga in soli quattro verbi... Accogliere - Proteggere - Promuovere - Integrare.
Accogliere e favorire l'ingresso sicuro e legale. Proteggere e difendere i diritti e la dignità dei migranti, indipendentemente dal loro status. Promuovere affinché loro si realizzino esattamente come si realizzano i nostri figli garantendo il ricongiungimento familiare, riconoscendo il diritto di vivere come un essere umano merita. Integrare perché il momento che viviamo non è uno scontro tra civiltà ma un incontro di popoli.
Durante l'intervento Mons. Cirulli ha ricordato le missioni in Albania, gli interventi di accoglienza, la solidarietà verso coloro che soffrono, la cura degli anziani, gli interventi di contrasto alla povertà, quelli di contrasto al disagio minorile e la prevenzione. Ha raccontato una vita di fede praticamente vissuta, una vita di carità, di impegno sociale e in questo racconto ha più volte citato Papa Francesco, più volte accusato i grandi poteri fuori e, purtroppo, dentro la Chiesa.
Un'ora e trenta di attento ascolto, 90 minuti di passione e racconto, un frangente di vita che, dopo attenta riflessione, ha spiegato millenni di accoglienza.
Intenso momento introdotto dal responsabile dello Sportello Immigrazione "S. Fumarulo" dott. Marcello Colopi che, dopo aver salutato la platea, ha subito introdotto la rappresentante della comunità Valdese Dott.ssa Nataly Pladan. Discorso molto sentito e appassionato capace di colpire, sin dalle prime parole, l'attenta platea e di entrare nell'argomento "accoglienza" non in punta di piedi ma con travolgente passione ed enfasi.
La testimonianza di Isa ha toccato la sensibilità di molti, in particolar modo di quanti conoscono il dramma dell'imbarco degli immigrati ma non la tragedia della "deportazione" obbligata, non volontaria, in cui l'essere umano perde lo status di persona diventando oggetto alla mercé della violenta criminalità che ha il solo fine di trasferire "carne umana" da una nazione all'altra, da un continente all'altro distruggendo diritti, calpestando affetti, annullando legami familiari.
I saluti istituzionali dell'Assessore alle Politiche Sociali e del Lavoro Rino Pezzano hanno sottolineato l'importante lavoro dello Sportello Immigrazione di Cerignola e la determinante valenza della rete sociale che opera nel territorio, capace di costruire progetti importanti per sopperire ai bisogni delle fasce più deboli, più disagiate, più ai margini della povertà e, nel caso specifico, alle importanti richieste di aiuto provenienti dal complesso mondo dell'immigrazione.
Il Dott. Colopi ha introdotto l'intervento di Mons.Giacomo Cirulli, ricordando il capillare lavoro sociale svolto negli anni dal già Parroco della Parrocchia di S. Antonio, focalizzando l'attenzione sulle missioni di carità messe in atto da Don Giacomo, sui primi centri di accoglienza ad immigrati costituiti dalla Caritas cui Don Cirulli ne fu Direttore, fino alla grande e duratura missione in Albania. Introduzione, quella del Dott. Colopi, ricca di date, di numeri, di opere.
Mons. Giacomo Cirulli introduce il tema "Ero forestiero e mi avete accolto" ricordando la figura di Mons. Giovan Battista Pichierri, già Vescovo di Cerignola, pioniere delle prime importanti opere di Carità, buonista per eccellenza e attento trascinatore nella fede. Introduce subito la figura dello Straniero nelle sue condizioni, di passaggio, di residente enunciate nelle Sacre Scritture fino a giungere al primo straniero che portò il popolo di Dio nella Terra Promessa, Abramo. Nei confronti dello straniero, nelle Sacre Scritture, è sempre stato forte e presente il principio dell'accoglienza ad opera di Abramo e della sua discendenza perché Dio si è sempre posto come difensore dello straniero, vendicatore dello straniero, tanto da definirlo "Figlio prediletto".
Il messaggio di Mons. Giacomo Cirulli scuote la platea nel momento in cui afferma che non tutti siamo figli prediletti di Dio "anche in questa sala non tutti siamo i prediletti, come un genitore aiuta facendo l'impossibile per il figlio più in difficoltà tralasciando gli altri figli pur amandoli, come quel figlio più bisognoso di aiuto diventa il prediletto, nello stesso modo Dio ritiene i Suoi prediletti i figli piu bisognosi, i più poveri, i più emarginati e quindi gli stranieri... chi si interessa di aiutare i figli prediletti di Dio diventa il prediletto".
"Ero affamato e mi hai dato da mangiare, ero assetato e mi hai dato da bere... tutto ciò che hai fatto all'ultimo dei miei fratelli lo hai fatto a me", su questo passo del Vangelo si basa e si perfeziona la cultura dell'accoglienza, ripresa nei nostri giorni da Papa Francesco che la coniuga in soli quattro verbi... Accogliere - Proteggere - Promuovere - Integrare.
Accogliere e favorire l'ingresso sicuro e legale. Proteggere e difendere i diritti e la dignità dei migranti, indipendentemente dal loro status. Promuovere affinché loro si realizzino esattamente come si realizzano i nostri figli garantendo il ricongiungimento familiare, riconoscendo il diritto di vivere come un essere umano merita. Integrare perché il momento che viviamo non è uno scontro tra civiltà ma un incontro di popoli.
Durante l'intervento Mons. Cirulli ha ricordato le missioni in Albania, gli interventi di accoglienza, la solidarietà verso coloro che soffrono, la cura degli anziani, gli interventi di contrasto alla povertà, quelli di contrasto al disagio minorile e la prevenzione. Ha raccontato una vita di fede praticamente vissuta, una vita di carità, di impegno sociale e in questo racconto ha più volte citato Papa Francesco, più volte accusato i grandi poteri fuori e, purtroppo, dentro la Chiesa.
Un'ora e trenta di attento ascolto, 90 minuti di passione e racconto, un frangente di vita che, dopo attenta riflessione, ha spiegato millenni di accoglienza.