Federica Murgolo
Federica Murgolo

Federica Murgolo, “Farò del mio peggio”: presentazione della raccolta di poesie a Cerignola

Abbiamo incontrato e intervistato la giovane poetessa iscritta alla John Cabot University

"Farò del mio peggio": è il titolo del primo libro di poesie scritto e pubblicato da Federica Murgolo, diciannovenne di Cerignola con la passione per la letteratura e la scrittura. Ieri questa ragazza talentuosa e piena di risorse, iscritta al primo anno dell'Università americana John Cabot a Roma, ha presentato al pubblico presente la sua raccolta di versi, presso la Mondadori Point di Via Bari a Cerignola.

Il nostro incontro è avvenuto proprio tra i libri, che Federica considera da sempre i suoi più fedeli "compagni di viaggio".

Ciao, Federica. Partiamo dal titolo del tuo libro di poesie, "Farò del mio peggio". Un titolo curioso e sicuramente originale.

Nelle prime pagine della prefazione spiego che a noi giovani si raccomanda sempre di fare del nostro meglio, nello studio, nel lavoro, in ogni ambito. Ciò comporta un carico di aspettative che a volte possono gravare dal punto di vista psicologico. Il titolo nasce come una ribellione al solito clichè: se fare del proprio meglio significa mortificare la felicità, allora molto meglio fare del proprio peggio.

La poesia è un genere letterario particolare, diffuso anche tra i più giovani. Chi predilige scrivere versi ha un animo piuttosto riservato e meditativo. Quali sono le caratteristiche caratteriali di te che emergono nelle tue poesie?

Credo che emerga soprattutto il mio spirito di osservazione, io sono taciturna in alcune situazioni, ad esempio quando viaggio amo stare in silenzio a guardare il paesaggio dal finestrino. Credo che il libro contenga un'analisi di quella che è la mia generazione, e la mia percezione può essere condivisa da altre persone della mia età.

Hai mai viaggiato da sola? Cosa hai provato?

Come viaggio di maturità ho fatto un viaggio da sola in America. Ho scelto di fare questa esperienza di quindici giorni da sola perché volevo godermi in solitudine ogni singolo momento. Infatti proprio da momenti solitari come questo sono nate molte delle mie poesie ricomprese nel libro "Farò del mio peggio". Generalmente mi piace stare da sola, non ho problemi a restare in compagnia di me stessa, mentre noto che a molti la cosa spaventa o provoca disagio. Le mie poesie non nascono mai nell'immediato, sono piuttosto un filtro di ciò che ho vissuto o provato in determinate situazioni.

Pensi che nella tua generazione ci sia un timore nell'affrontare determinate situazioni in solitudine o senza il supporto della famiglia?

Fare le cose da soli (come andare al cinema, andare al ristorante, ad un evento) significa aver raggiunto un buon livello di autonomia, dovrebbe essere normalissimo e invece non è ancora del tutto così. Per fortuna sta aumentando il numero dei giovani che decide di intraprendere esperienze da soli, anche quelle comunissime della vita quotidiana.

Cosa puoi raccontarci della tua esperienza in una università multiculturale come quella che hai scelto?

Sicuramente rifarei mille volte la scelta che ho fatto l'anno scorso, iscrivendomi ad un percorso accademico molto stimolante, in cui studio ciò che mi piace in lingua inglese, e dove sono circondata da colleghi e professori che mi stimolano a dare il massimo, supportandoci sempre.

Quali situazioni o circostanze della vita quotidiana hai "fermato" nelle tue poesie?

Ogni poesia è corale, si rivolge a più persone, e non si riferisce necessariamente a me, pur esprimendomi in prima persona. Ad esempio ce n'è una in cui descrivo un evento, una festa, e penso di interpretare il senso di malessere e disagio che molti hanno provato in una circostanza simile.

La poesia nasce più da momenti di felicità o di malinconia e tristezza?

Sono i momenti di riflessione che stimolano la poesia. Da un evento negativo è sempre possibile produrre qualcosa di buono, come un verso poetico o una strofa. La scrittura poetica è una terapia.

Quanto ti ispira Cerignola dal punto di vista poetico?

Secondo me può ispirare parecchio, soprattutto se si vive in un contesto diverso e quindi si riescono a cogliere le differenze e le positività anche di un luogo come questo, che in certi casi è ancora piuttosto "chiuso". Ci sono luoghi e strade di Cerignola che evocano storia e bellezza, angoli che siamo abituati a vedere e che non riusciamo più a cogliere nella loro unicità. Anche questi sono capaci di ispirare poesia e curiosità artistica.

Quando hai scritto la tua prima poesia?

Ho scritto la prima poesia al Concorso di poesia "Memorial Vincenzo Carbone", nel 2016, e sono arrivata al terzo posto. La poesia parlava della gioia, della sua storia in chiave fiabesca. Ricordo di averla scritta nel soggiorno di casa mia, pensando alla gioia e alla possibilità di condividere i versi con gli altri.

Pubblicherai qualche altro libro, magari un romanzo o un saggio?

Sì, ho già in mente di scrivere un romanzo, ma so che si tratta di un percorso impegnativo, quindi con una genesi più lunga. Non so se e quando uscirà, ma al momento l'intenzione c'è.

In Italia ci sono più scrittori che lettori: cosa ne pensi del risultato di una recente ricerca?

Oggi si sente di più il desiderio di raccontarsi, di condividere esperienze di vita, parlare della propria storia, rispetto al passato. Ecco perché molti giovani si avvicinano alla scrittura e desiderano pubblicare versi o romanzi. Certo molti argomenti sono ripresi dai classici, che per primi hanno affrontato argomenti universali e sempre attuali.

Quali sono i poeti e gli scrittori che ti hanno particolarmente colpito?

Il poeta che sento particolarmente vicino è Francesco Petrarca, che ho studiato al liceo. Poi ci sono anche autori più recenti come Emily Dickinson, Alda Merini, Sylvia Plath, che hanno trovato il modo di esprimersi in maniera più libera.

Si scrive sempre per qualcun altro: sei d'accordo con questa affermazione?

Assolutamente sì. Infatti ciò che mi auguro è che le mie poesie possano diventare uno specchio in cui la mia generazione possa guardarsi e riconoscersi, e che possano diventare uno strumento per molti per cominciare un percorso di conoscenza interiore.

Le aspettative, quanto pesano su di te e sul tuo modo di essere?

Un atto di coraggio non indifferente è quello di riuscire a fallire. Oggi la società ci vuole tutti impegnati, e riuscire a staccarsi dalla routine frenetica per trovare ciò che ci fa stare bene è sicuramente coraggioso.

Federica ci sta provando, ci sta riuscendo, e noi tutti dovremmo cercare un punto di equilibrio in un mondo che ci spinge nel vortice delle aspettative.

Il libro "Farò del mio peggio" è in vendita su Amazon e in libreria.
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