Tela di Salvatore Del Vecchio
Tela di Salvatore Del Vecchio

Nicola Zingarelli celebrato nell’opera di Salvatore Del Vecchio

L’artista professor Salvatore Del Vecchio ha donato al Liceo Classico Nicola Zingarelli di Cerignola un dipinto olio su tela di cm 120 x 150 realizzato nel 2017

L'artista professor Salvatore Del Vecchio ha donato al Liceo Classico Nicola Zingarelli di Cerignola un dipinto olio su tela di cm 120 x 150 realizzato nel 2017, che sotto il profilo della composizione iconografica e pittorica è un opera complessa e di alto livello.
Il dipinto, di tono elogiativo, ricorda la figura del letterato cerignolano Nicola Zingarelli (Cerignola 1860-Milano 1935), rivissuta dall'artista in modo rigoroso ed emozionale nella stesura piana, lenta e paziente della luce e del colore.
L'opera presenta in basso a destra un cartiglio sul quale l'autore inserisce queste parole: "al Tuo felice ardimento / Michele Bardi / al Tuo tempo / al Tuo mondo / alla Scuola che Ti onora". Nella dedica l'autore fa riferimento al dantista e filologo Michele Bardi (1867-1941), grande amico di Zingarelli.
L'occhio dell'osservatore spazia sulla ricca composizione figurale nella quale dominano tre immagini dello Zingarelli. Da adolescente, quando iniziò gli studi. Da uomo maturo, quale docente, dantista e lessicografo, dando alle stampe il suo Vocabolario della lingua italiana, la cui prima edizione nel 1917 in fascicoli, e la seconda del 1922 in volume, sempre con la casa editrice Bietti e Reggiani. Da anziano, quando era docente presso l'Università di Milano.
Nel dipinto il Del Vecchio in alto raffigura il paesaggio agrario della città natale di Zingarelli, sul quale spicca la mole della nuova Cattedrale, il Duomo Tonti, alludendo in filigrana all'interessamento dello Zingarelli presso la casa editrice Vallardi di Milano, perché pubblicasse nel 1932 la monografia del suo amico ingegnere Luigi Raitani (1873-1941), dal titolo Il Duomo di Cerignola, nella speranza di vederlo ultimato, cosa che si realizza nel 1934.
Accanto al Duomo campeggia l'icona della Madonna di Ripalta, fusa con esso in duale unità per effetto della dorata dissolvenza riveniente dalla luce taborica dell'icona stessa. Tale raffigurazione fa riferimento alla lettera del 26 gennaio 1926, indirizzata da Zingarelli all'amico Domenico Traversi, edita nel volume Nicola Zingarelli. Documenti e immagini, a cura di Luigi Reitani, Foggia 1985, alla pag. 53. In tale lettera Zingarelli si mostrava assolutamente critico sul restauro da farsi all'icona nel 1926.
Anche in occasione del terremoto del dicembre 1931, in una lettera al genero Gaetano Traversi, Nicola Zingarelli così si esprimeva: «Povera Cerignola! […] Mi pare che [la città] sia abbandonata e che speri tutto dal quadro della Madonna, il quale se continua a stare dove e come sta andrà anche distrutto o quasi. E il popolino sperimenta che l'aiuto della Madonna non giova a niente» (L. Reitani, «Lunga promessa con l'attender corto…» Cerignola negli scritti e nei carteggi privati di Nicola Zingarelli, in Nicola Zingarelli. Umanità e Scrittura, Atti del Convegno di studi svoltosi a Cerignola nei giorni 29 e 30 marzo 1996, a cura di Carmen Di Donna Prencipe, Mario Adda Editore, Bari 1996, pp. 177-191: 182).
Forte fu nello Zingarelli il senso di appartenenza al paese natale, come si deduce da diverse sue opere. Eccone qualche esempio. Le Tre novelline pugliesi di Cerignola, pubblicate nel 1883 in "Archivio delle tradizioni popolari", vol. III, pp. 65-72; Il dialetto di Cerignola, edito sul periodico "Archivio glottologico italiano", XV, 1899-1901, pp. 83-96 e 226-235; la "Prefazione" al volume di Saverio La Sorsa, La città di Cerignola nel secolo XIX, F. Casini & figlio, Bari-Roma 1931, che divenne una memoria personale dello studioso.
Zingarelli mantenne intense relazioni col paese natale, collaborando con la rivista "Scienza e Diletto", fondata a Cerignola nel 1892 e diretta dal professor Nicola Pescatore.
Tornando al dipinto del professor Del Vecchio, la narrazione è stabile e dinamica. Stabile per le dominanti verticali; dinamica per effetto del movimento a spirale, che va dalla testa della Vergine, per scendere verso sinistra sulla testa di Zingarelli, e seguire, sempre rotatoriamente, verso la seconda immagine, la nota faccia dello Zingarelli che figurava nel suo vocabolario, e verso la terza immagine dell'anziano professore che risalta con il suo volto barbuto e affaticato, che determina il punto massimo di tutto il dipinto, salendo poi verso le immagini di Dante Alighieri viste rispettivamente da Giotto e dal Vasari.
Il Del Vecchio inserisce nel dipinto in basso alcuni volumi della ricca biblioteca di Ziingarelli, ora conservata nella Biblioteca provinciale di Foggia. Davanti all'immagine dello studioso c'è una copia aperta del suo Vocabolario, che ha anche contribuito all'unità nazionale.
Zingarelli è sepolto a Cerignola in una cappella cimiteriale intestata al sarto Girolamo Zingarelli, suo padre. In essa sulla lapide del loculo dello studioso si legge: "[...] CONSACRÓ LA VITA ALLA SCIENZA / ONORANDO DANTE E PETRARCA".
L'opera di Salvatore Del Vecchio esalta il grande valore culturale dell'opera di Nicola Zingarelli, facendo diventare il dipinto un inno alla sua città, ma anche un album iconografico dello studioso contro l'emorragia della memoria e della cultura, che rischia un crescente isolamento.

Angelo Disanto
Presidente del
Centro Ricerche di Storia ed Arte
"Nicola Zingarelli"-Cerignola
1 fotoTela di Salvatore Del Vecchio
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