Ce l’ho, mi manca...

Scopriamo insieme l’undicesima figurina “Cerignolani da Collezione"

Bomber di razza con la fascia “rossa” al braccio

Nome: Gigi
Cognome: Dipasquale
Squadra: Audace Cerignola
Data di nascita: 09-10-1980
Peso: 90 kg
Altezza: 1,92 cm
Numero: 9
Piede: destro

L'undicesima figurina della nostra collezione è il ritratto di un bomber, di un re dell'area di rigore, il classico numero 9 che vive per la gioia del gol. Di chi stiamo parlando? Facile no: è Gigi Dipasquale, capitano e bomber con il 9 sulle spalle dell'Audace Cerignola. Ha segnato in serie A, ha giocato con Cassano ed Enyinnaya (nelle giovanili del Bari), Hamsik e Di Biagio (nel Brescia) solo per citarne alcuni. Ha avuto come allenatore, tra i tanti, Gigi De Biasi (l'artefice del miracolo Albania per intenderci) e Gianni Vavassori. Basterebbero queste due righe sul curriculum per descrivere l'importanza di Gigi. E' un attaccante d'area, una punta compatta ed esplosiva. Un centravanti moderno che svaria sul fronte offensivo, non da nessuna palla per persa e fa gioco per chi gli sciama intorno: segna tanto, fa salire gli altri e si sbatte. Un elegantone. Magari, senza quei gravi infortuni al ginocchio di Perugia e Cittadella, staremmo qui a parlare di un'altra carriera. Ma il presente è questo. Dipasquale gioca, si diverte e segna con la maglia dell'Audace, con un solo obiettivo in testa: portare i colori della sua città nel calcio che conta. In quel calcio, in cui Gigi ci si stava facendo l'abitudine e vorrebbe tornare a planare.

CARATTERISTICHE FISICHE
E' un killer d'area di rigore. Pericoloso nel gioco aereo, grazie anche ai suoi 192 cm, ma forte anche di piede. Segna in tutti i modi: di testa, di destro, al volo, di forza e di precisione. "E' un giocatore molto tecnico, bravo a tenere e giocare la palla" diceva De Biasi.

PROFILO PSICOLOGICO
Un professionista in tutto e per tutto. D'altronde, per uno che ha calcato i campi di Serie A non potrebbe essere diversamente. Una persona tranquilla, educata, rispettosa e simpatica. E' un vincente. E poi, è il classico uomo spogliatoio, non ha caso porta i gradi da capitano: ha sempre una parola giusta, di conforto e incoraggiamento per i più giovani perché: "Solo con un grande gruppo si ottengono grandi risultati".
CARRIERA / PALMARES
  • Ha cominciato la carriera nel Bari (dai giovanissimi fino a 3 anni di Primavera). Nel 1996, con Sciannimanico allenatore, Dipasquale vince il Trofeo di Viareggio e si laurea campione d'Italia Primavera battendo in finale il Milan di mister Tassotti. Il tridente d'attacco era: Dipasquale, Cassano ed Enyinnaya.
  • 1998/1999: Rutigliano (Serie D, 2 gol)
  • 1999/2000: Bari Primavera (terzo posto nel girone nazionale)
  • 2000/2001: Verbania (Serie D)
  • 2001/2002: Locorotondo (Serie D, 26 presenze, 4 gol)
  • 2002/2003: Ostuni (Eccellenza pugliese, 10 presenze ed un gol)
  • 2003/2004: Gallipoli (Eccellenza pugliese, 31 presenze, 20 gol. Primo posto e capocannoniere del campionato)
  • 2004/2005: Acquistato dall'Ancona (Serie B) del presidente Pieroni. Allenatore Vavassori, amici di squadra (tra i tanti) Maurizio Ganz, Milan Rapaic, Milanese, Poggi. Dopo il ritiro estivo, la società fallì a seguito di inadempienze finanziarie. Dipasquale fu acquistato dal Brescia (Serie A, 8 presenze, 1 gol)
  • 2005/2006: Perugia (Serie C1, 12 presenze, 3 gol). Tre reti segnate nelle prime quattro di campionato. La stagione di Dipasquale finisce però alla sesta giornata quando si infortuna gravemente al crociato. "E' il mio più grande rammarico non aver finito quella stagione. Sarebbe stato un anno bellissimo, avremmo lottato con il Napoli per il primo posto, fino alla fine. Quel campionato avrebbe potuto consacrarmi definitivamente".
  • 2006/2007: Cittadella (Serie C1). Secondo infortunio al ginocchio e stagione finita dopo 10 presenze
  • 2007/2008: Pescina (serie C2)
  • 2008/2009: Pescina (serie C2, 8 gol e promozione conquistata in finale playoff contro il Gela)
  • 2010/2011: Casarano (serie D)
  • Dopo l'ennesimo infortunio, Dipasquale decide di smettere e resta 3 anni fermo, fino alla chiamata di Grieco e Amoruso
  • 2014/2015: Audace Cerignola (Prima Categoria. Primo posto e Coppa Puglia. 44 presenze, 35 gol)
  • 2015/2016: Audace Cerignola (Promozione Pugliese. Primo posto e Coppa Italia. 23 gol)
DICONO DI LUI
Antonio Toma (ha allenato Gigi nella gloriosa stagione di Gallipoli e al Casarano): "Gigi è un giocatore che avrebbe potuto e dovuto fare il calciatore a tutti gli effetti. A Gallipoli fece cose stratosferiche. E' un attaccante su cui potevi verticalizzare. Di sponda era bravissimo e poi in area era micidiale. Noi giocavamo molto sfruttando le fasce e lui era il nostro terminale offensivo ideale. Ricordo che in una partita fece un gol di testa eccezionale: saltò un metro più del portiere. Non posso che essere soddisfatto di Gigi. Un grande attaccante e soprattutto una bravissimo ragazzo. Con lui avevo davvero un buon rapporto e gli faccio un grosso in bocca al lupo".

Roberto Cappellacci (allenatore di Gigi nel Pescina): "Sono sicuro che in tanti hanno speso belle parole per Gigi, io vorrei andare controcorrente e dire solo cose negative ma purtroppo non ce ne sono. Gigi aveva tutte le caratteristiche per diventare un giocatore di serie A, di quelli buoni eh, ma purtroppo è stato poco fortunato nella sua carriera. Io ho avuto la fortuna di allenarlo al Pescina in C2. Eravamo una neo promossa e Gigi, nonostante qualche acciacco fisico, era fondamentale per noi. Basti pensare che, quando lo perdemmo per infortunio, arrivammo secondi e perdemmo anche i playoff. Come persona Gigi è fantastico. E' buono, un compagnone di quelli positivi e genuini. Si fa voler bene. Spero possa continuare a vincere, divertirsi e far gol. In bocca al lupo Gigi".

Antonio Calabro (capitano di Gigi nel Casarano. Attualmente mister del Francavilla, primo in serie D): "Ho avuto la fortuna di conoscere Gigi, anche se per poco, a Casarano. Rientrava da un infortunio (quello di Cittadella), fu voluto fortemente da mister Toma ed era fondamentale per noi. Alla prima contro il Gaeta fece già gol. Era un finalizzatore perfetto, si sacrificava tanto dandoci una mano anche in difesa. Il suo lato migliore però resta l'aspetto umano. Ha un gran cuore Gigi, è troppo buono e forse questo può essere un arma a doppio taglio perché poi qualcuno (come in quell'anno) può approfittarsene. Sempre vicino a tutti, è un bravissimo ragazzo, un amico leale su cui poter fare affidamento. Nello spogliatoio era per tutti il gigante buono".

Flavio Amoruso (attaccante Audace Cerignola): "Prima di tutto per me è un grande amico. E' importante per noi sia come giocatore che come persona. E' un capitano ideale. Come persona è molto divertente, nello spogliatoio ci fa ridere molto. Ricordo i primi giorni di allenamento dello scorso anno. Io ripresi a giocare dopo sette anni mentre Gigi dopo tre. Dopo i 600 metri, ci guardammo e ci dicemmo: "Cosa stiamo facendo?" Fu davvero dura riprendere ma alla fine siamo riusciti ad ottenere quei risultati straordinari".

Ivano Ciano (difensore Audace Cerignola): "Che dire.. Gigi è un grande calciatore sotto tutti gli aspetti, un professionista che si è rimesso in discussione dopo che aveva smesso completamente con il calcio. Credo che sicuramente lui, come tutti, possiamo e dobbiamo toglierci soddisfazioni importanti. Come persona, la cosa che lo contraddistingue è la sua semplicità e umiltà che fanno di lui il capitano. Poi, è di una simpatia unica, sempre pronto a scherzare e stare con il sorriso sulle labbra. Lo conosco da appena un anno ed è sicuramente un amico che porterò sempre nel cuore" .

Matteo Colangione (difensore Audace Cerignola): "Ti parlo di Gigi prima come persona perché è un amico ed è davvero un ragazzo eccezionale. Sempre sorridente, ti trasmette tanta allegria e, la sua caratteristica più importante, è l'umiltà. Io vedo ragazzini e ragazzi che hanno giocato in basse categorie darsi delle arie o montarsi la testa facendo sembrare che hanno giocato in serie A e poi vedo Gigi che ha giocato davvero in serie A e in altre squadre importanti ma che mantiene sempre una grossa umiltà e generosità verso tutti. Non è stato facile per lui ricominciare tutto da capo dalla prima categoria invece si è sacrificato e, nonostante il suo passato, ha sempre esultato ad ogni goal come se avesse segnato in serie A (basta ricordare il goal con il Fasano a Gravina). Personalmente mi ha colpito la sua professionalità durante gli allenamenti, durante tutto quello che fa per portare avanti insieme a tutti noi il Cerignola. Fuori dal campo non riesci a non passare un minuto senza sorridere con lui. E' un ragazzo di compagnia e poi lo conosce davvero tutta Cerignola".

IL GOL A CUI SEI PIU' AFFEZIONATO
Il gol contro il Fasano, nella finalissima di Gravina, è stato un qualcosa di eccezionale, è stata una bellissima sensazione far esplodere di gioia la gente della mia città. Ma una data e un gol rimarranno per sempre impressi nella mia vita. 15 gennaio 2005: il mio primo gol in serie A. Giocavamo in casa, al Rigamonti di Brescia, contro la Fiorentina di Miccoli. Io ero in panchina, poi si fece male Del Nero e il mister De Biasi decise di far entrare me e non Sculli. Era l'anticipo delle 18:00, perdevamo 1-0 e a dieci minuti dal termine… Mannini crossa dalla destra con Lupatelli la respinge sul dischetto. Su quel pallone mi avventai e lo colpii di piatto anticipando Maggio. La palla entrò pian piano in rete, mi tolsi la maglia e corsi sotto la curva. Rivederlo e ripensarlo mi mette ancora i brividi.
X FACTOR
La svolta della mia carriera l'ho avuta a Gallipoli. Quello fu un anno indimenticabile. Dopo un campionato d'Eccellenza fatto ad Ostuni, in cui feci solo 10 presenze ed un gol, arrivai Gallipoli in punta di piedi. Mister Toma credeva in me (per me è stato come un padre) mettendomi al centro del progetto. Alla nona di campionato capirono tutti chi fosse Gigi Dipasquale. 23 novembre 2013, campionato d'Eccellenza, giocavamo in casa contro il Fasano. Era una partita sentitissima, tanto che il nostro presidente ci mise un bel premio vittoria. Stadio strapieno di gente, tifo assordante, una bella atmosfera. Come fini? 5-0 per noi, con una mia tripletta nei primi 45 minuti. Lo stadio era in delirio, da quel giorno entrai definitivamente nei cuori dei tifosi di Gallipoli. Dopo quella partita dominammo il campionato. Fu l'inizio della mia scalata che mi portò in serie A.
MOTTO
"Non mollare mai"
SOMIGLIA A
In tanti mi dicono Lewandowski e, con le dovute proporzioni, anch'io mi rivedo molto in lui. E' un attaccante moderno, mi piace molto il suo stile. Gol, sponde, forte di testa, glaciale sotto porta. "Un po' come me vero"?
SE FOSSIMO IN UN VIDEOGIOCO
Juventus tutta la vita. Sono tifosissimo sin da bambino e non mi vedrei in altre squadre. E poi, sai che coppia con Dybala?

Figurina realizzata da Stefano Pepe, fotografia di Antonio Monopoli
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